La grande attesa della Moriggia, un mese dopo
A distanza di un mese dal primo cedimento parte la procedura per i rimborsi. Ma sul futuro c'è incertezza:Cassani vuole riaprire, Amsc ha chiuso l'impianto e propone nuove alternative
È passato un mese esatto, dal 20 febbraio, quando il cedimento di un pannello della controsoffitatura ha imposto lo stop all’attività alla Moriggia. E a distanza di un mese la situazione è più incerta che mai, con uno scontro quasi esplicito tra il sindaco Andrea Cassani (e la sua maggioranza) e il Cda di Amsc. Due prospettive diverse, che però ad oggi non hanno ancora consentito di fare chiarezza sul destino dell’impianto sportivo più noto della città, uno degli “asset” più significativi dell’azienda comunale.
Le due visioni diverse sono emerse in modo chiaro settimana scorsa. Con il sindaco, da un lato, convinto della necessità di riaprire, spendendo per un intervento-tampone. E con l’azienda che invece, solo due giorni dopo, si muove annunciando l’esatto opposto: la chiusura della stagione primaverile, rinviando la ripresa alla stagione estiva, quando – da fine maggio – si potrà usare la vasca esterna.
E ora? Partiamo dalla visione di Cassani. «Dal punto di vista amministrativo non posso che constatare che la situazione che si è venuta a creare in virtù della decisione del Cda è kafkiana: ad oggi non abbiamo neppure ricevuto, come amministrazione, il verbale della seduta di Cda di mercoledì scorso (quello che ha deciso la chiusura fino all’estate, ndr). Abbiamo letto il comunicato inviato alla stampa, che abbiamo ricevuto contestualmente» dice il sindaco. Il cui giudizio è lapidario: «Questa scelta di addurre a motivi economici la scelta di concludere anzitempo la stagione, senza prospettare soluzioni per la riapertura, sicuramente non ci sta bene».
L’opzione di Cassani è netta: visto il risultato della perizia («il Comune non ha mai ipotizzato di far svolgere attività in luogo non sicuro») che ha ipotizzato una serie di interventi-tampone (rete per la controsoffittatura e puntellamento dei cunicoli sotto alle vasche), si deve spendere per garantire la riapertura dell’impianto, in attesa del rinnovo completo della struttura, affidato a quel bando che si attende da mesi e che ancora deve essere pubblicato. «Continuo a credere che 30mila euro scarsi di lavori, rispetto a un disavanzo annuo di 600mila euro dell’impianto, siano una cifra irrisoria, per garantire un servizio alla città» prosegue il sindaco. «Se Amsc si basasse solo sull’analisi economica dei risultati, avrebbe dovuto chiudere la piscina già decenni fa, così come altri servizi, come il distributore di metano. Ma essendo un’azienda a capitale pubblico e dovendo garantire un servizio pubblico, non può permettersi di non erogarlo. Anche in municipio oggi si è staccato un pezzo d’intonaco, ma non mi sogno mica di chiudere il Comune per questo».
Il giudizio sull’operato del Cda è duro: «Mercoledì in Cda non avevano alcuna prospettiva, da giovedì noi – io e l’assessore Carù – abbiamo chiesto un piano alternativo per riaprire. Stanno venendo fuori ipotesi che ritengo poco percorribili, ma aspetto loro relazioni: mi hanno prospettato a voce un “un pallone” gonfiabile a coprire da piscina all’aperto 50 metri, la piscina bambini. Una soluzione per l’inverno, da settembre, che ritengo poco fattibile. Aspetto da loro una valutazione realistica».
Il presidente di Amsc Roberto Campari, di suo, è decisamente meno netto nel descrivere il confronto tra Palazzo Borghi e l’azienda. «Stiamo attuando gli indirizzi strategici concordati» premette, quando si fa notare la situazione di attrito di questi giorni. «A breve daremo evidenza le nostre proposte specifiche, usciremo con un comunicato stampa nei prossimi giorni per spiegare le opzioni» assicura. Nel frattempo, dopo l’annuncio della chiusura, si è arrivati a un altro punto significativo: «Oggi è partita la procedura per la richiesta dei rimborsi; abbiamo avuto una discreta affluenza gestita dai nostri operatori che hanno spiegato le modalità per fare richiesta e per l’erogazione del rimborso, che avverrà mediante bonifico bancario».
Il rapporto tra Cassani e il Cda guidato da Roberto Campari sembra comunque piuttosto teso. Il sindaco usa una dose minima di diplomazia e rinvia alla posizione della Lega Nord. «I partiti faranno le loro valutazioni. Io intanto prendo le distanze da scelta di non riaprire» ribadisce il sindaco.
Da via Aleardi invece Campari getta acqua sul fuoco, evoca – per così dire – fughe in avanti comparse sulle pagine dei giornali e ribadisce l’intenzione di andare avanti: «Noi continuiamo a lavorare come sempre, come abbiamo fatto fino ad oggi».
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