“Ho sparato io al benzinaio Marco Lepri”
Maurizio Fattobene confessa nell’interrogatorio a Como di fronte al Gip. L’avvocato: “È un uomo devastato e non ha mai fatto male a nessuno”

Era a bordo dell’auto di un parente venerdì sera a Busto Arsizio Maurizio Fattobene, che ha oggi ammesso le sue responsabilità per i fatti legati al tentato omicidio del benzinaio Marco Lepri.
“Ho sparato io”, ha detto al Gip comasco Carlo Cecchetti nel corso dell’interrogatorio di garanzia dopo il fermo avvenuto già nella mattina di sabato.
«Non ha opposto resistenza al momento dell’arresto, e ha indicato dove si trovava l’arma – ha spiegato l’avvocato difensore di fiducia Francesca Binaghi che ancora non si capacita di come possano essere andate le cose – . Conosco il mio cliente da molti anni, ha fatto nel passato degli errori ma non ha mai fatto male a nessuno».
Dal racconto del Fattobene emergerebbero particolari importanti per ricostruire i fatti di venerdì sera.
Attorno alle 19 di venerdì in via Vizzolone di Sopra a Busto Arsizio c’erano due persone per tentare la rapina: il Fattobene, a bordo della Lancia Y di un parente, e un secondo uomo, arrivato a bordo dello scooter.
Secondo quanto confermato dal legale che ha assistito all’interrogatorio, Fattobene avrebbe sparato perché «sembrava che il benzinaio fosse armato».
Ma Lepri armato non era. E a quel punto il cinquantenne comasco ha sparato con un revolver. Dalla canna sarebbero usciti tre colpi, tutti a segno: due alla coscia sinistra, il terzo all’addome.
Poi la fuga, su due mezzi separati, sulla Y Fattobene, sullo scooter il complice, ancora ricercato e attorno al quale si sta stringendo il cerchio: per il momento dalla Procura escludono sia stato emesso un secondo provvedimento di fermo.
Il Gip ha disposto la custodia cautelare in carcere e trasmesso gli atti alla procura bustocca.
Carcere da cui il malvivente Maurizio Fattobene era uscito nel 2016 per incompatibilità per motivi di salute: «È invalido al 100% e vive con una pensione di 290 euro al mese», afferma l’avvocato Binaghi.
Due anni fa una polmonite quasi lo uccise, così venne decisa la scarcerazione.
Il bottino recuperato dalla Polizia è di 1.600 euro. L’accusa è quella di rapina a mano armata e tentato omicidio in concorso.
Sul fronte sanitario sembrano rimanere stabili le condizioni del benzinaio: diversi sono i focolai di possibili infezioni tenuti sotto controllo dall’équipe medica dell’ospedale di Legnano che è stata particolarmente tempestiva, già venerdì scorso, nell’individuare l’emorragia all’addome e subito ridurla con un intervento chirurgico.
La tac ha evidenziato una frattura al bacino, probabilmente dovuta ai proiettili esplosi verso le gambe.
L’uomo è ancora in rianimazione, ma dai sanitari traspare un discreto ottimismo: i medici ancora non sciolgono la prognosi, ma il paziente è vigile e ha continuato ad incontrare i parenti anche solo per alcuni minuti
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