Campo sinti: si preparano le tende e lo sgombero

Il campo provvisorio è stato allestito lunedì sera a Madonna in Campagna, solo per chi non ha sistemazioni alternative. Cassani: "Ci saranno disagi, ma è unico modo per risolvere la questione". Le associazioni rilanciano la richiesta di mediazione

Generico 2018

Passato il termine già annunciato del 23 novembre, respinta la richiesta di un accordo di rinvio fino a gennaio, l’amministrazione comunale di Gallarate ora prepara le tende. Per ospitare chi – tra i cento abitanti del campo sinti che s’intende sgomberare – non ha una sistemazione alternativa.

Ma queste tende, dove andranno? «Le metteremo nell’unica area comunale recintata che ha a disposizione servizi igienici accessibili dall’esterno» dice il sindaco Andrea Cassani. In sostanza, si tratta dell’area del magazzino comunale di via Pacinotti, nel quartiere di Madonna in Campagna, vicino al santuario. Nel tardo pomeriggio di lunedì ne sono state allestite due.

Le tende sono state fornite dalla Croce Rossa, «quelle normalmente usate per calamità e situazioni d’emergenza, saranno anche riscaldate». Quante ne prevedete? «Le tende – spiegava il sindaco nel pomeriggio – saranno solo per chi non ha alloggi alternativi».E cioè quanti? «Non ne ho idea: io le cose che dovevo dire le ho dette già nei giorni scorsi, sanno bene qual è la mia posizione. Se entro oggi non mi arrivano le richieste alla Provincia per i trasporti eccezionali, non c’è alternativa e si parte con lo sgombero».

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Cassani fa riferimento all’ipotesi che i sinti decidano autonomamente di programmare lo spostamento in altra area. È la proposta lanciata venerdì dall’avvocato Pietro Romano, che avanzava l’idea di uno spostamento volontario da programmare (garantito appunto attraverso la presentazione della richiesta di trasporto eccezionale alla Provincia), in cambio di un rinvio fino a gennaio. «Insieme con la rateizzazione degli arretrati, che non risalgono al 2009 come si va avanti a dire» dice Romano.

Si è andati avanti? «Io la proposta l’ho fatta, ho poi ricevuto una visita del comandante Lotito per conto del sindaco» continua Romano, che solo da pochi giorni sta seguendo gratuitamente la vicenda dei sinti. Ma se le trattative si sono interrotte è perché non sono stato ricontattato dal comandante Lotito che ho cercato nel primo pomeriggio di venerdì, con telefonata alle 15.10. È stato il sindaco a dire poi a metà pomeriggio che non c’erano spazi per un accordo».

In via Lazzaretto, intanto, le famiglie hanno man mano eliminato alcuni elementi del campo: è sparita qualche roulotte, si è rinunciato agli spazi. «Io la mia roulotte la sposto, ora dormiamo in camper con tutti i miei figli» dice Alessio Ferrari, uno dei capifamiglia. «Domani iniziamo a smontare la chiesa (i sinti sono evangelici e hanno una chiesa che funge anche da punto di ritrovo, ndr), ma ci deve dare tempo. Io non so dove andare».

Va ricordato che i beni mobili – in quanto mobili – non possono essere demoliti, può essere che le famiglie poi riescano a spostarli (camper e roulotte, ben più difficile con le case mobili). Il sindaco Cassani riconosce il rischio che le cento persone del campo finiscano sulle strade di Gallarate: «Ho già detto che sarà certamente una fase di caos, che ci saranno roulotte in giro: ma non possono stare nello stesso punto per più di ventiquattro ore, non possono stare in zona abitata, devono stare isolate l’una dall’altra. Ai gallaratesi chiedo pazienza ma unico modo per risolvere». Sembra che non ci siano spazi per la mediazione che le associazioni tornano a chiedere insistentemente anche oggi, sollevando anche la questione economica del costo a carico delle casse pubbliche, tra rimozione e custodia dei beni sgomberati.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 26 Novembre 2018
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