Carlo Ballerio e il saluto della Varese dell’onestà
In un momento delicato della sua storia la città ha perso un amico leale e fedele. Il ricordo di Pierfausto Vedani

Oggi, mercoledì, alle 15,30 nella chiesa dedicata a un martire del cattolicesimo, Massimiliano Kolbe, la Varese dell’onestà, dell’impegno civico inteso come totale e silenziosa dedizione alla comunità ha salutato Carlo Ballerio, affidandolo al ricordo di noi tutti che in ruoli diversi abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e ammirarlo nella sua azione politica e sociale.
Ballerio nel 1978 come consigliere a Palazzo Estense faceva squadra nelle file Dc con Gibilisco, Portatadino e Sabatini: giovani, non molto esperti ma parecchio intelligenti oltre che ricchi di entusiasmo e grinta, nei rapporti con i giornalisti essi accettarono con disinvoltura dialogo, critiche, punzecchiature che restituivano con abilità.
Noi cronisti li chiamavamo i quattro dell’Ave Maria, ma per la verità Carlo Ballerio e Portatadino non avevano il piglio dei pistoleri, a me ricordavano i compassati direttori di tiro delle corazzate, ma fu comunque bello battagliare per una città e una comunità che tutti amavamo e che Gibilisco e Sabatini avrebbero servito come sindaci e Portatadino come deputato.
La grinta c’era in tutti però Ballerio la sfoderò pesantemente quando, stimato collaboratore dello storico presidente Dante Trombetta, come vice segretario generale dell’ospedale di Circolo insorse contro il vuoto di giustizia nei confronti dell’avvocato Salvatore, il segretario, che un volta riabilitato mandò a quel paese la politica per dedicarsi alla professione forense.
Anche il mite e preparatissimo Carlo si ritirò nel lavoro privato, da dove lo spelacchiato cronista ex “avversario” di tempi felici lo stanò per scrivere su Varesenews il vero e il dovuto sull’ospedale di Circolo.
Le bordate di Carlo, precise, micidiali hanno ridotto al silenzio i cantastorie mandati da Milano a tentare di nascondere i loro errori gestionali che hanno largamente impoverito la nostra sanità.
In un momento delicato della sua storia la città ha perso un amico leale e fedele. Dobbiamo ricordarlo ogni volta che dietro l’angolo del bene della comunità, vediamo in agguato chi vive di avventura o suona il trombone.
Carlo non alzava mai la voce, non dimenticherò il mormorio affettuoso dei suoi auguri l’ultima volta che ci siamo salutati poco prima di Natale.
Toni bassi, rispetto, determinazione: c’era una volta, quando c’era la giovane CL, una Varese vivace e interessante. Che non era solo i quattro dell’Ave Maria, ma era fatta anche di altre ottime giovani squadre. Non tutte però avevano direttori di tiro come Carlo Ballerio.
E per di più oggi è un carnevale di sparatorie a salve.
Pierfausto Vedani
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