Licenziamenti Hammond, lunedì prossimo incontro sindacati-proprietà
Fissata la data dell'incontro tra i rappresentanti dei lavoratori e la proprietà per capire quale sarà il destino dell'impianto produttivo di Marnate e dei lavoratori
I vertici della Hammond Power Solution incontreranno i rappresentanti della Fim, Ilaria Campagner, e della Fiom, Rino Pezone, per la prima volta dopo la notizia del licenziamento, lunedì 14 gennaio alle 15.
Sarà quello il momento della verità per i 40 dipendenti dell’azienda marnatese che produce trasformatori elettrici e che nei giorni prima di Natale hanno ricevuto prima il panettone e poi il licenziamento per bocca di Bill Hammond, proprietario della multinazionale con sede in Ontario (Canada) che alcuni anni fa ha acquisito l’azienda di via Gramsci.
I due sindacalisti fanno sapere, inoltre, che la linea è ancora quella di tenere (per il momento) la politica fuori dalla vertenza, rispondendo alle dichiarazioni fatte dal senatore del Pd Alessandro Alfieri, che ha anche depositato un’interrogazione, e dal senatore Gianluigi Paragone insieme al deputato Niccolò Invidia dei 5 Stelle che insistono nel voler essere coinvolti in prima persona.
Così scrive Niccolò Invidia in una nota: «Il caso dei licenziamenti della Hammond Power Solutions di Marnate necessita al più presto di una presa di posizione da parte dei sindacati. Ad oggi, assieme al collega Paragone, ci siamo mobilitati per intavolare un’interlocuzione positiva tra Ministero, sindacati e azienda. Questa interlocuzione però non ha trovato alcun terreno fertile su cui svilupparsi in quanto non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta da parte dei sindacati. Per il bene dei lavoratori e per il futuro del tessuto sociale e imprenditoriale di Marnate, chiedo pubblicamente ai sindacati di aprirsi ad una maggiore interlocuzione verso di noi, parlamentari della maggioranza vicini al territorio, nonché verso il Ministero. Non siamo interessati al caso per manie di protagonismo, ci siamo mobilitati per vincere una battaglia di diritti. Lasciamo da parte le ideologie, in questa partita vestiamo la stessa casacca. Rimaniamo in attesa di una risposta positiva».
Ma i sindacati ribadiscono: «Non è questione di bandiere politiche. Aspettiamo di capire cosa intende fare davvero la Hammond, poi agiremo di conseguenza».
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