Lo studio Arancio guarda all’orizzonte di Vittore Frattini
Da Natale quattro opere del maestro Vittore Frattini sono esposte nei locali dello studio associato di dottori commercialisti di via Carlo Robbioni. Dice l'artista: «Il quadro "Orizzonte lumen" del 1998 sembra nato per quella parete»
Il mercato dell’arte è complesso, soprattutto quando si parla di arte contemporanea. Per gli artisti trovare degli estimatori e collezionisti in grado di valorizzare le loro opere non è semplice. È un passaggio molto delicato che richiede sensibilità alla bellezza, virtù indispensabile per accogliere un’opera d’arte. Se un tempo erano le famiglie nobili e i vertici della Chiesa a svolgere il ruolo di mecenati, oggi sono per lo più industriali e professionisti ad alimentare con passione quel mercato. Un esempio a Varese è lo studio Arancio-dottori commercialisti associati che, a un anno dall’inaugurazione della nuova sede, ha deciso di dare un orizzonte artistico ai rinnovati spazi al civico 2 di via Carlo Robbioni. (nella foto, da sinistra: Davide Arancio, Vittore Frattini e Francesco Arancio)
Da Natale, infatti, quattro opere del maestro Vittore Frattini sono esposte nei locali dello studio. Tra queste c’è anche “Orizzonte lumen” del 1998. Dice l’artista: «Per me è una grande soddisfazione vedere le mie opere collocate in modo così elegantemente spontaneo presso lo studio del dottor Arancio. Il quadro sembra nato per quella parete. Un ambiente così moderno e lineare che ben si presta all’esposizione delle mie opere».
Nel 2017, in occasione del compimento dell’ottantesimo anno di età, Vittore Frattini è stato festeggiato a Villa Panza, un vero e proprio santuario dell’arte contemporanea. Tra i tanti e prestigiosi contributi di critici d’arte ed esperti, ripresi nel catalogo, c’era anche quello di Giuseppe Panza, il più importante collezionista di arte contemporanea del novecento, il cui giudizio rivela lo spirito autentico di Frattini: «È un artista che fa quadri astratti con la caratteristica di dipingere strisce colorate lungo il lato più lungo della composizione. È una possibilità che offre molte scelte che si possono esplorare in modo diverso ogni volta. Concentrarsi sopra un modo di esprimersi è una prova della validità del punto di partenza, consente di ottenere nel tempo i migliori risultati. Richiede anche una forza di carattere, la fedeltà a una scelta; è un impegno che dura sempre, che dimostra la partecipazione a valori universali. Con un segno minimo si può dire molto e dire tutto. È il rifiuto dell’enfasi dove l’intenzione va al di là delle possibilità».
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