Muflone impaurito distrugge due vetrine in centro
L’incredibile storia dell’animale, spaventato dal traffico che si è difeso prendendo a cornate porte e vetrine per tornare nel bosco. Il problema degli animali selvatici
“Vetro rotto causa muflone!”. Proprio così: gli innamorati che di fretta, questa mattina, volevano comprare un mazzo di rose hanno dovuto fare attenzione a non sbattere la porta dal fiorista “Il Giardino” di via Garibaldi 97 a Laveno Mombello.
Il motivo è scritto lì nel cartello vergato a mano dal titolare, Matteo Pizzinato, 26 anni, che ancora non ci crede.
«Saranno state le 9.30 di oggi. Stavamo finendo alcuni servizi ed eravamo fuori dal negozio a parlare con un fornitore quando è arrivato un grosso muflone, alto circa un metro che spaventato dalle auto ha cercato riparo…nel negozio – spiega – . Risultato: una vetrina infranta. Ma non è finita perché l’animale ha preso a cornate anche la porta a vetri di un condominio vicino».
Il fatto ha destato grande stupore nel quartiere: siamo nella zona del passaggio a livello che precede il Gaggetto, zona centro per l’impiego, non distante dagli uffici territoriali dell’Ats.

Stamattina la proprietaria della vicina agenzia agenzia CiViaggi (risparmiata dall’animale), che ha inviato alcune foto a testimonianza dell’accaduto.
Dopo le cornate l’animale è scappato ed è tornato da dove era venuto: ha cioè trovato la strada del bosco.
Prima, però, è stato intercettato dalla Protezione civile di Laveno Mombello, che insieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco è riuscita a indirizzare l’animale verso la montagna del Sasso del Ferro non senza difficoltà poiché il selvatico, che si era rifugiato nel greto del fiume Boesio, è stato spinto verso i monti ed ha dovuto superare ben due ferrovie, le Nord e lo Stato.
Poi la libertà.
Nella zona del Lavenese, ma anche sulle altre alture della Valcuvia è presente una cospicua comunità di mufloni, animali non autoctoni, immessi alcune decine di anni fa che hanno trovato terreno fertile per la proliferare indisturbati.
«Li noto spesso la sera, sono parecchi – conclude Matteo il fiorista – ma è la prima volta che ne vedo uno così vicino e soprattutto i città».

La questione degli animali selvatici in libertà sta diventando un problema non solo nell’Alto Varesotto.
Le questioni riguardano i danni che le popolazioni di ungulati producono sull’agricoltura, come più volte denunciato dalla Coldiretti.
Ma anche il rischio concreto legato alla sicurezza dei trasporti: sono centinaia i sinistri stradali che vedono coinvolti in questa zona soprattutto cervi.
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