La droga dello stupro e quella festa in villa
Al vaglio delle polizia la posizione del giovane accusato di aver sciolto GBL nei cocktail. L’allarme della questura: molti giovani la usano consapevolmente ma è pericolosissima
Lasci la casa a tuo figlio per il compleanno e te la ritrovi come in un set alla Eyes Wide Shut, con festini a base di sesso e droga, una ragazzina minorenne in coma all’ospedale e la squadra mobile che interroga tutti i presenti.
La storia delle due ragazzine finite al pronto soccorso probabilmente per aver ingerito un drink allungato con la “droga dello stupro” contiene infatti particolari molto importanti che riguardano i rischi che potenzialmente e in maniera inconsapevole espongono chiunque alla possibilità di venir drogato con sostanze inodore e insapore, come la GBL.
Ma in questo caso la cronaca dei fatti mette in risalto anche un altro aspetto della vicenda, legato invece all’uso consapevole – e non per questo meno pericoloso – di queste sostanze.
LA VILLA – Tutto si consuma sabato sera in una villa di Induno Olona. Non una location affittata, però. Si tratta dell’abitazione di una famiglia, che in occasione di un compleanno decide di lasciare la casa a disposizione del figlio per una festa tra amici. L’immobile, su cui la squadra mobile di Varese non fornisce particolari, non è, evidentemente, una modesta dimora: la “tavernetta” può agevolmente contenere 60 persone. Arrivano gli inviatati. C’è la musica, si balla e si ride come accade nei ritrovi di giovani, anche una decina di minori (tra cui le due ragazze intossicate) e una cinquantina di ragazzi con età che non supera i 22 anni.
LA CORSA IN OSPEDALE – Poi, mentre il ritmo sale e l’ambiente si scalda, succede qualcosa. Una ragazza si sente male, un’altra avverte capogiro e una terza giovane, ma già maggiorenne, decide di caricarle in auto e portarle entrambe al pronto soccorso. I medici intervengono subito e forse salvano la vita alla più grave. Poi comincia il momento delle domande. E delle prime risposte. «C’è uno che mette della roba nei drink con una siringa», dice la maggiore delle tre. In pronto soccorso arrivano le volanti della polizia che subito avvertono i genitori della ragazzina in coma, chiedono gli indirizzi di questa festa e in un attimo sono ai cancelli della villa assieme ai colleghi della squadra mobile di Varese.
STANZE E VIAGRA – Nella villa gli agenti, in maniera disciplinata e con calma, vengono chiesti i documenti a tutti i ragazzi. C’è anche quello grande, l’amico di famiglia di 24 anni, che viene interrogato. Molti dei partecipanti alla festa sembrano aver visto che qualcosa veniva messo nei bicchieri. Alcuni hanno chiesto al giovane cosa stesse facendo, ricevendo in risposta solo sguardi di indifferenza. Per altri, forse – ed è qui il punto – quella sostanza sciolta nelle bevande alcoliche era quello che serviva per animare la serata. Questa droga sintetica rompe i freni inibitori soprattutto se sciolta nell’alcool. Al ragazzo non è rimasto altro che rispondere alle domande: la siringa senza l’ago con cui è stata messa la sostanza nei bicchieri è stata trovata nella lavanderia, locale scelto come “base operativa”: boccette di sostanza, ma anche gli ingredienti per un eventuale prosieguo di serata; c’erano pasticche di Viagra e profilattici in abbondanza.
La perquisizione prosegue e si sposta nelle stanze superiori della villa, dove vengono trovate tre coppie di ragazzi che si erano appartate.
LA DENUNCIA E LE INDAGINI – Sulla vicenda non trapelano altri particolari. La faccenda è delicata, ci sono di mezzo minorenni. Ma l’allarme sociale di questo fatto trova rilievo nella potente sottolineatura che i dirigenti della Questura vogliono dare: è importante non cedere alle lusinghe di sostanze che nascono come tossiche. Basta un dosaggio appena superiore a quanto tollerato per rovinare una vita. Ora le due ragazze sono fuori pericolo. Ma i rilievi della polizia non sono terminati. Manca l’analisi sulla sostanza. A casa del ragazzo, che abita “in una provincia lombarda” sono state trovate altre boccette e sono in corso rilievi per capire se oltre al possesso si può parlare anche di fabbricazione di questo stupefacente.
Non c’è stata la flagranza di reato e manca la tipologia specifica della droga, motivi per cui la Procura varesina ha optato per la semplice denuncia. I reati contestati sono detenzione per spaccio di sostanza stupefacente e induzione in stato di incapacità.
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Da ingenuo qual sono credevo che certe feste esistessero solo nella mente degli autori di alcune serie Netflix, tipo Élite, Tredici o Suburra mentre si svolgono anche sotto casa. Spero che i genitori del festeggiato abbiano imparato la lezione.