Da Madrid a Thinking Varese, grandi opere in mostra a Villa Panza

Come ripensare una caserma, razionalizzare un ospedale, realizzare nel pieno centro di una capitale la cittadella per 4000 lavoratori: gli spunti di Hugo Berenguer per l'architettura varesina di domani

Thinking Varese: Hugo Berenguer a Villa Panza

Lo studio di architettura dove lavora sta per compiere 100 anni: è uno dei più longevi e importanti di Spagna.

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Per questo l’aspetto giovane di Hugo Berenguer non deve far pensare a una scarsa esperienza professionale: perchè dietro le sue spalle, e il suo sorriso sereno, c’è non solo un lungo curriculum, ma anche il team di circa 70 persone dello Studio De La-Hoz di cui è partner e CEO: uno studio fondato nel 1920 da Rafael De La-Hoz e sempre cresciuto nel tempo guadagnandosi la scena internazionale del progetto, senza farsi spaventare dalle dimensioni ne dalla complessità dell’opera da realizzare. Un’esperienza di gruppo che si è fatta sentire nell’incontro di marzo di Thinking Varese, che si è tenuto come sempre nei saloni di villa Panza.

Thinking Varese: Hugo Berenguer a Villa Panza
Hugo Berenguer a Varese

Lo Studio De La-Hoz si occupa principalmente di grandi opere, ma: «Non c’è grande differenza tra un progetto per un grande e complesso palazzo e un piccolo progetto per una casa privata, se non per la densità dei problemi – ha spiegato Berenguer – Considerato che le incombenze burocratiche sono fondamentalmente le stesse, un piccolo progetto ha una densità di problemi maggiori».

I tre progetti presentati da Berenguer nell’ambito di Thinking Varese sono tutti situati a Madrid ma molto differenti tra loro: per primo lo straordinario Campus Repsol, sede generale della compagnia petrolifera nel pieno centro di Madrid che ospita in 123mila metri quadri 4000 lavoratori in uno spazio che comprende un teatro interno, uffici in open space, vetrine e persino un grande chiostro interno.

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E’ ampio 90mila metri quadri invece l’ospedale universitario Re Juan Carlos, realizzato «In due parti distinte – ha spiegato l’architetto – Una base squadrata che contiene tutta la parte tecnico sanitaria, e due palazzi che contengono la parte più dedicata all’ospitalità, pensati come un hotel». Le due parti sono profondamente diverse dal punto di vista stilistico, perchè «Se c’è un posto dove bisogna lavorare con delicatezza, quello è un ospedale».

L’ultimo progetto presentato può, infine, potenzialmente rappresentare una grande ispirazione anche per le nostre zone: il centro culturale Daoiz Y Velarde, realizzato nella struttura di un ex caserma lasciata esteticamente identica all’esterno ma resa modernissima e funzionale a un grande centro culturale all’interno, dando una nuova funzionalità a degli spazi primo novecento che ricordano da vicino molte strutture industriali abbandonate a noi note.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 21 Marzo 2019
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