Caso Uva, il processo per diffamazione si celebrerà a Milano

Decisione a sorpresa del giudice varesino. Imputata la sorella Lucia, l’amico Alberto Biggiogero e i giornalisti che trattarono della vicenda

Tribunale Varese

Il processo per diffamazione in merito al “caso Uva“ si celebrerà non più a Varese, ma Milano.

Lo ha deciso nella giornata di oggi, mercoledì, il giudice monocratico Alessandra Mannino che ha pronunciato una inattesa sentenza che ha dichiarato l’incompetenza territoriale a seguito di una camera di consiglio; il fascicolo è stato dunque trasmesso alla procura di Milano che eserciterà l’azione penale.

Il processo era incominciato con la costituzione delle parti dopo il rinvio a giudizio deciso dal Gup con l’intento accertare se quanto trasmesso nel corso di una trasmissione da un’emittente televisiva nazionale – La7 – e quanto pubblicato da un sito internet di informazione sia stato diffamatorio nei riguardi dei sei poliziotti e due carabinieri finiti a processo (e assolti nei primi due gradi di giudizio) per la morte di Giuseppe Uva. Per questo reati – la diffamazione – sono imputati anche la sorella di Giuseppe Uva, Lucia, e l’amico Alberto Biggiogero in carcere per l’omicidio del padre.

Dietro le sbarre, nella “gabbia“, Biggiogero si è presentato questa mattina con una maglietta di colore scuro e la scritta “Festa dell’uva – Rescaldina”, maglietta che è stata notata dagli avvocati di parte civile che lo hanno fatto notare al giudice.

Su questo procedimento, infine, incombono i tempi della prescrizione, prevista per il giugno 2021.

Lunedì 8 luglio inizierà invece in Cassazione l’ultimo atto del processo per la morte di Giuseppe Uva che, dopo due assoluzioni in primo e secondo grado, vede imputati gli agenti di polizia e i carabinieri che nella primavera di 11 anni fa fermarono e portarono in caserma l’operaio quarantenne che morì il giorno successivo all’ospedale di Varese.

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Pubblicato il 03 Luglio 2019
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