Sciopero a Malpensa. “Airport Handling non vuole un accordo sul trasferimento voli da Linate”
Alle motivazioni nazionali qui si aggiunge anche la vertenza che riguarda il principale operatore di handling, che non ha chiuso nessun accordo specifico sulla gestione del "bridge", la fase di tre mesi di chiusura di Linate con spostamento dei voli
Al 26 luglio, proprio alla vigilia del trasferimento dei voli, scatta lo sciopero a Malpensa. Ma a differenza del resto d’Italia, qui si aggiunge una vertenza specifica e rilevante: quella che riguarda Airport Handling (l’ex Sea Handling)
«Su Airport Handling siamo in presenza di un’azienda che non vuole chiudere un accordo sul bridge», spiega Luca Stanzione, segretario regionale della Filt-Cgil.
Vale a dire – appunto – il trasferimento dei voli da Linate a Malpensa, per tre mesi. La cosa riguarda prima di tutto «quattro-cinquecento lavoratori di Linate» spostati a Malpensa, ma anche tutti gli altri già di base sullo scalo della brughiera. «Perché il bridge è un evento straordinario che prevede un carico di lavoro aggiuntiva».

A Malpensa il presidio ha visto la partecipazione della Filt-Cgil con Luca Stanzione, della Fit-Cisl con il segretario Giovanni Abimelech, oltre ai lavoratori aderenti alla UilTrasporti e all’Ugl.
Come è andata? «Lo sciopero a livello regionale ha superato il 55% dell’adesione, nelle diverse aziende» dice ancora Stanzione. «Su Airport Handling l’adesione è stata alta, ma l’azienda ha scelto di precettare metà dei lavoratori: un atteggiamento incomprensibile, stiamo valutando con i legali se rivolgerci alla magistratura»

Clima surriscaldato? «Ci sembra pericoloso affrontare una fase del genere senza un accordo con le organizzazione. Si assumerà l’azienda la responsabilità di un eventuale fallimento, che ricade non solo sui lavoratori ma anche sui clienti delle diverse compagnie aeree». I sindacati denunciano che Airport Handling è stata l’unica azienda a non aver chiuso accordi specifici sul “bridge”. «Mentre abbiamo fatto accordi con gli altri handler, ma soprattutto con Sea. Che, lo ricordo, è comunque azionista al 30% di airport handling».
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