“Addio Maestro Celestino”
Il Coro Alpino Sestese ricorda con affetto il suo fondatore, scomparso ieri a 92 anni
Il Coro alpino sestese ricorda con le parole che seguono il suo fondatore, Celestino Zonca, scomparso nella giornata di ieri.
Ci sono momenti nella vita di un uomo che lo rivelano con particolare verità. Noi coristi (perché chi ha cantato nel coro rimane per sempre un corista) abbiamo avuto la fortuna di condividere con il nostro Maestro Celestino molti di questi momenti, tutti caratterizzati da leggerezza, coraggio, ironia.
Innanzitutto l’idea, nel ’57, di fondare un coro. Così, semplicemente, a casa propria, con un gruppo di amici, sulle tracce dei canti alpini riportati al successo dal coro della SAT, ma non solo, anche canzoni popolari, allegre o malinconiche. Un successo. Il coraggio di continuare, con pazienza e tenacia, nonostante l’avvicendarsi dei coristi, il mutare dei gusti, le discussioni, le passioni politiche, le scelte di vita che si divaricano. In tutto questo il Coro Alpino Sestese cresce, si fa conoscere, partecipa a rassegne e concorsi, acquista una posizione di tutto rispetto tra i migliori cori. E poi l’idea ardita di inserire le donne: che scandalo, in un coro alpino!
Eppure è un’idea vincente. Conferisce al Coro una nota di grazia e permette nuove sonorità. Ma il coraggio più grande Celestino lo dimostra quando, ancora in piena creatività e grande energia, progetta il futuro della sua creatura senza di lui.
E allora, per salvare il coro, sacrifica se stesso e cerca tra i giovani. Prima Marta, poi Luca. E da quel momento non una parola di critica o di ammonimento: solo complimenti, incoraggiamenti, entusiasmo. Schermendosi, quando negli anniversari lo si chiama sul palco a dirigere, ancora, i suoi pezzi preferiti, uno in particolare più di tutti gli altri e come profetico di questo momento: A plan cale il soreli, (daùr d’un alte mont, ‘ne grande pàs a regne, che pàr un sun profont.)
Nel frattempo la luce dei suoi occhi si appanna sempre più, ma contro la cecità degli occhi l’intelligenza, l’ironia, il sorriso, la battuta. Infine è subentrata la stanchezza: che senso avrebbe una vita senza musica, senza canto, senza sorriso? E allora, come usava dire in questi casi, lui “è andato avanti”.
Ciao Celestino. Il coro continuerà come tu lo volevi. Umile e tenace.
Il coro alpino sestese
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