I chirurghi del Circolo ricostruiscono la mano amputata a un diciottenne
Il delicato e complesso intervento attuato al'ospedale dai chirurghi della mano. Il ragazzo aveva perso la mano in una macchina per impastare il cemento

La mano non si ferma: con questa frase vogliamo raccontare l’attività della SSD di Microchirurgia e Chirurgia della Mano anche nei tempi di urgenza della malattia da coronavirus COVID-19.
Lo scorso 12 marzo un ragazzo di 18 anni, impegnato nell’alternanza scuola lavoro, originario di Novara, stava lavorando in un cantiere edile. Erano i giorni in cui già tutti noi lombardi non potevamo uscire, se non per andare al lavoro. Accidentalmente, per la disattenzione di un attimo, il giovane ha inserito la mano dentro una macchina per impastare il cemento. Il dolore e lo spavento devono essere stati indescrivibile, e solo l’intervento dei soccorritori ha dato l’idea della devastazione dell’arto: la mano era amputata, ed amputata nel peggior punto in cui essa possa ritrovarsi staccata, a livello dei metacarpi.
I soccorsi hanno inviato il paziente all’ospedale di Circolo, già individuato come uno dei tre Trauma center, l’unico con una unità di chirurghi della mano e microchirurghi. Il dottor Federico Tamborini, con l’aiuto del dott. Andrea Minini, assunto nel gennaio scorso, hanno effettuato il reimpianto, ricostruendo lo scheletro osseo e ricollegando i vasi sanguigni e i nervi.

Dopo una settimana di ricovero in reparto, i medici hanno confermato la perfetta riuscita del reimpianto.
Dalla dimissione, il paziente è stato accolto e trattato con la costruzione di un tutore personalizzato sulla propria mano da parte delle fisioterapiste dedicate alla chirurgia della mano, Manuela Rossi e Daniela Zaroli, veri punti di riferimento nell’attività rieducativa. I percorsi avviati con tempestività hanno perfezionato il risultato finale.
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