A Varese, dove anche i cinesi tentano di “restare normali”
Tra coloro che sono chiusi, in pochissimi citano l'ordinanza per l'emergenza Coronavirus: molti sono "in ferie" o "A riposo". Ma tanti restano anche aperti "perchè non hanno paura degli italiani"
A Varese i locali a conduzione cinese sono parecchi e non solo ristoranti: bar, sartorie, parrucchieri, negozi di riparazione telefonini: sono decine. Diversi di loro sono chiusi, ma non tutti esplicitano il motivo che in molti altri dicono, cioè quello dell’ordinanza.
Lo storico bar Leoni, ora a conduzione cinese, in viale Milano, è semplicemente “in ferie”. Una delle sarte cinesi più famose in città, la sarta Serena alle Corti, è chiusa “per riposo” altre gestioni sono “in ristrutturazione”. Tra i bar, ce n’è solo uno in viale Borri a spiegare che la chiusura dipende dall’ordinanza.
Ma, oltre a questo modo “più discreto” di chiudere, a Varese c’è anche un’altra tendenza: quella semplicemente, di rimanere aperti, e continuare la vita di sempre.
«Io tengo aperto perchè voglio far vedere che non ho paura degli italiani, sono qui da molto e non vedo perchè dovrei – spiega uno dei proprietari, che preferisce non dire il suo nome – La situazione non è semplice, però: il lavoro è poco per tutti, non solo per noi, e i dipendenti cominciano ad avere paura di rischiare il contagio. Se dovessi chiudere, lo farei solo perchè non c’è più lavoro».
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