Quelle “alghe” nel lago di Varese sono piante e fanno anche del bene agli uccelli acquatici

A dirlo è la Lipu di Varese che lancia un appello: "Non intaccare il canneto, ora è in corso la nidificazione". L'associazione spiega come siano utilizzate da decine di specie animali

alghe lago di varese

La grande quantità di piante acquatiche, di questo si tratta e non erroneamente di alghe, che ha fatto notizia nei giorni scorsi sul lago di Varese non ha solo conseguenze negative. A dirlo è la Lipu di Varese che lancia un appello: “Non intaccare il canneto, ora è in corso la nidificazione”.

L’associazione ambientalista si riferisce anche a quegli “isolotti” di alghe che nei giorni scorsi hanno invaso il porticciolo della darsena di Cazzago Brabbia spiegando due cose: non si tratta di alghe bensì di vere e proprie piante e, soprattutto, che sono utili a molte specie animali che in questa fase stanno nidificando.

“Il tappeto galleggiante formato dalla pianta acquatica, l’esotica Elodea nuttallii, sulla superficie del lago si è trasformato in un nuovo ambiente temporaneo – spiega la Lipu -, una piattaforma di sosta utilizzata da diversi uccelli acquatici, come l’Airone rosso, l’Airone cenerino, la Sgarza ciuffetto, la Garzetta, la Sterna o il Tarabusino, attirando inoltre specie il cui avvistamento è solitamente più raro, come il Corriere piccolo o il Piro piro. Sono moltissime anche le Folaghe e Gallinelle d’acqua che utilizzano questo nuovo ambiente. Per altri uccelli acquatici, come i cigni, è inoltre fonte di approvvigionamento. E’ quindi un ambiente più che mai vitale, come testimoniano le immagini del fotografo Armando Bottelli“.

In particolare il materiale galleggiante che attualmente è presente all’interno del canneto, in prossimità dell’area di confine con la Riserva Palude Brabbia, ha creato un nuovo habitat dove sono presenti moltissimi individui, per gran parte dei quali è in corso la nidificazione.

alghe lago di varese

“È bene ricordare che questa pianta è originaria del continente americano – prosegue la Lipu -, da dove è giunta sino a noi come specie a scopo ornamentale per l’abbellimento di acquari e laghetti, presente nei nostri laghi ormai da alcuni anni. Una curiosità, non solo non è un’alga, ma non è nemmeno rossa. La pianta è di un bel colore verde intenso, al momento anche in fioritura, finchè resta sommersa. Quando raggiunge la luce solare adotta questa strategia soltanto per difendersi dal sole intenso, un po’ come fa la nostra pelle sensibile alle scottature”.

Questa specie è stata inserita nell’Elenco delle Specie Invasive Vegetali ed Animali di Rilevanza Unionale (Regolamento UE 2016/1141), ed è quindi soggetta a misure di rilevamento precoce ed eradicazione rapida; il commercio è inoltre proibito. Tuttavia per tutte queste specie i sistemi di controllo in natura, attuati soprattutto mediante raccolta meccanica, sono costosi e poco efficaci nel lungo termine per la facilità da parte della specie di riprendersi da pochi frammenti, si riproducono, infatti, unicamente per via vegetativa.

“Apprendiamo che l’accesso ad alcuni porticcioli è già stato liberato, probabilmente può bastare – spiegano – : l’appello della Lipu è quello di non intaccare il canneto, ambiente di per sé fragile e al momento rifugio per molti uccelli nel pieno della nidificazione: il manto vegetale qui non costituisce un problema, ma al contrario ha una funzione vitale. Semmai è fondamentale continuare a studiare e monitorare il fenomeno e, solo dopo precise e scientifiche indicazioni, capire se, come e quando intervenire”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2020
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