Il cipresso di piazza Zaro, “un elogio al caro estinto”
Osvaldo Bossi critica il nuovo intervento dell'amministrazione nella piazza di Arnate, attuato "dopo tre anni di intense elucubrazioni"
«Può sembrare un elogio al caro estinto, vista la scelta della pianta cimiteriale e la Chiesa proprio di fronte…» Usa una buona dose di ironia, Osvaldo Bossi, orgoglioso referente del rinato Partito Comunista Italiano.
Da «arnatese» si ritrova a commentare l’ultimo intervento nella piazza Zaro, vale a dire la nuova pianta di cipresso “spuntata” nella piazzetta del quartiere di Arnate
«Rieccoli dopo tre anni: a fine mandato si ripresentano nei quartieri» dice Bossi, critico con l’amministrazione comunale guidata da Andrea Cassani. «Dopo le fontane, adesso di moda vanno le piante… una sola… “un angolo di verde che a detta degli esperti risolleverà il quartiere dal suo “lento perir”».
La nuova piantumazione mette mano ad una piazza che da un lato conserva una sua naturale centralità (le poste, il bar, la chiesa, la gelateria), dall’altro è ormai da un decennio al centro di progressive modifiche puntuali, con il tentativo reiterato di sistemare in particolare la fontana, tra vandalismi, ammodernamenti, radicali proposte di rimozione.
«Nulla contro le piante, anzi io sarei per togliere completamente quell’obbrobrio di fontana, disarmonica con l’ambiente circostante, che sembra quasi una dependance del palazzone di fianco» incalza Bossi. «Dichiarare di essere giunti, con la piantumazione di questo alberello (un cipresso che potrebbe diventare di ben 50 metri, a detta dei meglio informati) dopo tre anni di intense elucubrazioni, alla risoluzione finale per la vivibilità della piazza, lascia alquanto perplessi quantomeno sulle abilità di “problem solving” degli addetti ai lavori».
«Questo cipresso dalle dimensioni degne delle “mirabilia” antiche, viene descritto come l’albero dell’amicizia. A chi si aspettava un rilancio concreto della piazza del quartiere potrebbe apparire invece un elogio al caro estinto, vista la scelta della pianta cimiteriale e la Chiesa proprio di fronte». E Bossi conclude con citazione foscoliana carica di ombre: “All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne Confortate di pianto è forse il sonno Della morte men duro?”
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