“La destra si può battere” e Bonaccini scalda Varese

Il presidente dell’Emilia Romagna sul palco con Alessandro Alfieri e Davide Galimberti. Una serata tutta politica in cui si è parlato anche delle realtà locali

Stefano Bonaccini

La destra si può battere anche “se non ci sono più luoghi sicuri per la sinistra. Se i sovranismi hanno preso piede in Europa è perché per la prima volta i nostri figli sanno che staranno peggio dei loro genitori”.

Stefano Bonaccini arriva a Varese e riempie gli spazi sotto il tendone dei giardini Estensi. Sul palco con lui il senatore Alessandro Alfieri e il sindaco Davide Galimberti. In sala tanti amministratori, il consigliere regionale Pd Samuele Astuti e l’ex presidente della Regione Roberto Maroni che incassa un elogio da parte del protagonista della serata.

“Il libro lo avrei voluto titolare “Salvini si può battere”. Ma non andava bene personalizzare un confronto. Io ho vinto in Emilia Romagna perché parlavo dei programmi per la mia regione. Il voto disgiunto è poco praticato e tante persone non sanno nemmeno della possibilità di votare così. Nel mio caso un quarto di elettori hanno scelto me o la mia lista, 300mila voti su 1,2 milioni”.

Le elezioni in Emilia Romagna sono state un momento simbolico per la politica soprattutto per il centro sinistra. “Se avessi perso avrei dovuto lasciare la politica. Ho vinto con un buon risultato, ma stiamo con i piedi per terra perché abbiamo visto tanti leader cadere in un attimo”. La serata è tutta politica ed è Alfieri a entrare nelle dinamiche elettorali.

“Sono un momento vero le elezioni e da lì si capiranno i numeri reali. Dobbiamo essere coerenti con gli impegni presi l’anno scorso con un contratto di Governo con i 5stelle. Siamo usciti dall’isolamento in cui eravamo finiti in Europa. E la testa la dobbiamo tenere lì con una situazione incredibile che avremo con i contributi che arriveranno. È una occasione per ripensare la nostra società, il modello di sviluppo e le modalità del lavoro”.

Bonaccini è stato uno dei leader che credeva all’accordo con i 5stelle. “L’alleanza deve essere politica in cui sei d’accordo sul programma e non per andare contro qualcuno. Io chiesi di andare insieme alle regionali. Mi dissero di no e passarono dal 28 al 3,5%. I 5stelle dovranno scegliere da che parte stare tra i sovranisti e i progressisti. Gli elettori non rispondono solo ai dirigenti del partito. In politica se hai paura è meglio cambiar mestiere. Quello che devi trasferire è un programma, l’orgoglio è una identità”.

Varese ha cambiato e dopo oltre 20 anni la Lega ha perso contro Davide Galimberti. “Abbiamo voglia di portare a termine un programma e per questo ci impegneremo. Dobbiamo guardare alla concretezza e a Varese stiamo facendo un ragionamento di merito dando i risultati della buona politica. Le persone premiano questo e mai come in questo momento è importante lavorare per usare bene le risorse”.

Proprio su questo è intervenuto Stefano Bonaccini perché “le regioni e i comuni devono poter dire la loro su come spendere i 209 miliardi che arriveranno dall’Europa. Qualsiasi governo non riuscirebbe mai a mettere a terra una tale quantità di denaro e senza le amministrazioni locali non si può fare. Questo però senza fare spezzatini per dare soldi a chiunque. Io poi farei una battaglia campale sul Mes perché 36 miliardi sulla sanità e sul sociale a queste condizioni non si possono rifiutare”. Sul referendum Bonaccini, Alfieri e Galimberti si trovano d’accordo nel votare Si.

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Pubblicato il 07 Settembre 2020
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