Varese, testata in faccia all’anziano vicino: rapinatore torna in carcere
Il 23enne era ai domiciliari per una rapina, condanna definitiva. Ma non aveva messo la testa a posto, anzi: è diventato un incubo per i vicini
Sabato 7 novembre, personale della Polizia di Stato della Questura di Varese, ha arrestato un giovane di 23 anni, fino a quel momento agli arresti domiciliari per una rapina per cui era stato condannato in via definitiva. L’arresto è avvenuto in esecuzione di una misura di ripristino della detenzione in carcere: il 23enne finisce dunque ai Miogni.
Il giovane, noto alle forze dell’ordine di Varese anche per precedenti reati contro il patrimonio e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ha iniziato ad atteggiamenti aggressivi nei confronti dei suoi vicini di casa, fra i quali molti di età avanzata, con minacce di morte continue, arrivando persino ad intimorire uno di loro (dell’età di circa 80 anni) di far uso di un’arma da fuoco contro di lui non appena espiata la misura detentiva.
La situazione negli ultimi giorni si arricchiva di tensioni talmente accese, tanto da culminare in un’aggressione nei confronti di un vicino anziano mediante una violenta “testata”: l’anziano era dovuto andare al pronto soccorso, trasportato in ambulanza.
Il lavoro di squadra fra l’Ufficio prevenzione generale e la Divisione Anticrimine della Questura, ha consenito di raccogliere e ricostruire nel dettaglio gli eventi che si erano susseguiti in un crescendo di aggressività, tanto da nuocere gravemente la serenità della vita dei condomini. Il soggetto era altresì giunto, in uno dei suoi eccessi d’ira, a scaricare il contenuto di un estintore nelle parti comuni del palazzo.
Gli esiti dell’attività venivano comunicati sia alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Varese che all’ufficio di sorveglianza di Varese e Milano. L’ufficio giudiziario di Milano, valutata la gravità, ha decretato quindi il ripristino della detenzione in carcere del soggetto, ritenuto ormai pericoloso ed incompatibile col regime di detenzione domiciliare.
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Meglio tardi che mai il carcere al posto degli arresti domiciliari visto che il giovanotto, invece di ritenersi fortunato di scontare la pena a casa e stare tranquillo,ha preferito comportarsi da prepotente.