Siamo stati scalpellini, artisti e magistri comacini

"Territori 2020" pubblicato da Macchione editore parte dalla storia locale per aiutare a capire il presente. Curatori scientifici Enzo Laforgia e Gianmarco Gaspari

Emigranti

«Distribuire i fatti storici nello spazio significa per forza capirli meglio e porre con maggior precisione i veri problemi. […] La società si proietta nello spazio e ad esso aderisce; e parlare di società, in concreto, significa riferirsi a un pugno di uomini e a un pezzo di terra». Con questa citazione dello storico francese Francois Braudel, uno dei più grandi esponenti del rinnovamento della storiografia francese del ventesimo secolo, lo storico Enzo R. Laforgia e Gianmarco Gaspari, docente di letteratura all’università dell’Insubria, aprono la presentazione di “Territori 2020“, libro pubblicato da Pietro Macchione editore.

«Il territorio non va inteso come una pagina bianca, come una superficie neutra che si limita a subire l’azione dell’uomo» sottolineano i due studiosi. La società degli uomini interagisce con la terra dove è insediata e ne ridisegna continuamente il paesaggio naturale, ma a sua volta ne viene influenzata. Il territorio è infatti luogo di relazioni culturali, economiche e politiche che modellano nel tempo l’ambiente. Uno scambio dinamico e continuo che si nutre di presente e di memoria.

Monumenti antichi, dinastie, lavoro ed emigrazione, politiche di difesa del territorio, sono alcuni dei temi affrontati dagli autori. “Territori 2020” è dunque un insieme di studi di storia locale che affronta diversi argomenti e diversi luoghi.

Claudia Biraghi, dell’International research center for local histories and cultural diversities, nel suo scritto introduttivo offre al lettore uno sguardo sul mondo della storia locale, partendo da un saggio di Lewis Mumford,The value of local history“. Se è vero, come sostiene lo storico americano, che «non vi sia grasso più gradito di quello che è attaccato alle nostre ossa», si comprende anche quale sia il meccanismo che trasforma la più sparuta comunità locale nell’ombelico del mondo: la storia locale alimenta il processo di identificazione di una parte con il tutto.

DAI PAESI SCOMPARSI ALLA FABBRICA DEL DUOMO

Dalla memoria di “Territori 2020“, grazie al lavoro di Gian Paolo G. Sharf, riemerge Bobiano, comune rurale varesino del Trecento situato vicino a Ternate e oggi scomparso. Indagare sugli antichi monumenti riserva belle sorprese, come racconta Sara Fontana che conduce il lettore nel centro storico di Comerio per andare a riscoprire la chiesa romanica di San Celso.

C’è stato un tempo in cui il Varesotto e il Comasco, soprattutto le loro valli, sono state terre di emigrazione, scalpellini, lavoratori della pietra e marmisti che cercavano fortuna nel nord America. Michele Presutto racconta la storia dei lavoratori che dalla Valceresio partivano alla volta di Barre cittadina del Vermont. Spesso queste comunità si radicalizzavano politicamente: scalpellini e tagliapietre con gli anarchici e marmisti con i socialisti. Una contrapposizione che nell’ottobre del 1903 costò la vita a Elia Corti, originario di Viggiù, che venne ucciso da Alessandro Garretto marmista e leader dei socialisti di Barre.

Ci sono protagonisti di vicende locali che una volta scoperti sono destinati a essere ricordati per sempre. È il caso di Guglielmo Maccia e Amelia Caminada Fassero, una storia poco conosciuta che merita attenzione raccontata da Massimo Ceriani. I coniugi di Verghera di Samarate sono stati riconosciuti come «Giusti tra le Nazioni» per aver salvato molti ebrei dalla persecuzione nazifascista.  

1426-1436 DECENNIO CRUCIALE PER LA COMO VISCONTEA

Le politiche edilizie, urbanistiche e di difesa sono destinate a modellare lo spazio fisico e a disegnare il paesaggio. Una parte significativa di “Territori 2020” è riservata alle procedure di appalto di 49 opere pubbliche messe all’incanto dal Comune di Como tra il 1426 e il 1436. Marta Luigina Mangini rivela la ricchezza informativa del manoscritto quattrocentesco, il volume 72, conservato nell’archivio di Stato di Como.
Massimo della Misericordia analizza invece il tema delle fortificazioni che nel tardo medioevo condizionarono non poco il rapporto dell’autorità centrale di Como con il resto del contado a causa del loro costo di costruzione e manutenzione e anche dell’impatto sui commerci e le economie territoriali.
Il tema della fiscalità, un capitolo sensibile del dibattito pubblico attuale, era già oggetto di discussione anche nella Como viscontea, come racconta ancora Gian Paolo G. Scharf. Dazi, taglie e imposta del sale si potevano esigere su tutto il territorio e non solo nella città. I Visconti si caratterizzarono per una politica fiscale piuttosto fantasiosa, ricorrendo spesso all’introduzione di esenzioni e nuove tasse, come il dazio dell’imbottato (riferito al vino), che generavano non poco malcontento nel popolo.
Il decennio che va dal 1426 al 1436 per Como è caratterizzato da una forte attività edilizia che ruota intorno alla fabbrica della cattedrale di Santa Maria Assunta Maggiore che impegnò nei lavori i magistri e le ditte del Comasco, della Brianza e anche del Mendrisiotto. Andrea Spiriti scandaglia il “Liber incantuum” alla ricerca degli equilibri consortili tra i vari maestri d’arte, evidenziando che i contratti stipulati avevano già tutte quelle caratteristiche tipiche, come per esempio la tendenza a formare dei cartelli, che contraddistingueranno nei secoli l’attività degli artisti dei laghi lombardi. «Ritengo che questi nudi dati – scrive Spiriti – celino un gigantesco trust, diretto dal Breggino». Insomma, un sistema di gare di appalti e subappalti che poi vedeva le solite figure spartirsi la torta.

DINASTIE E COPERTINE

La storia locale è spesso segnata dalle dinastie che danno un’impronta ai territori. Laura Facchin ha indagato su un caso emblematico: la stirpe dei Bregno a Osteno nella Valle Intelvi. I magistri originari di quella zona erano famosi e richiesti, loro tracce si ritroveranno negli archivi della fabbrica del duomo di Milano e anche in quelli del duomo di Como. Una fama che porterà l’arte dei lapicidi e tagliapietra comaschi fin nei territori della Repubblica di Venezia.

Nella copertina, realizzata da Claudio Benzoni, è stato riprodotto “Volo” opera su carta di Vittore Frattini. Una scelta non casuale. L’artista infatti appartiene  a una “dinastia” di artisti varesini espressione di una cultura che ha in Giuseppe Panza di Biumo il suo punto di riferimento sul territorio.

Lo scultore della Valceresio che sopravvisse al Titanic

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 05 Dicembre 2020
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