Stefano Binda: “È finita. La fine di un incubo”

La notizia appresa in diretta dai difensori che mette fine a un salto nel buio incominciato con l'arresto nel 2016. “Ho il sentore che nella mia vita cambierà qualcosa"

Stefano Binda assolto in Cassazione

Indagato nel 2015. Arrestato nel 2016. In carcere per tre anni e passa con nel mezzo una condanna all’ergastolo, e poi la libertà dopo la decisione d’appello. Poi, ancora, la fine di tutto, dal punto di vista processuale, con la formula assolutoria più ampia. Da un estremo all’altro del Codice.

«Un incubo ad occhi aperti, anche se ero sveglissimo». 

Stefano Binda ha vissuto in diretta coi cronisti mercoledì sera la sua assoluzione in via definitiva pronunciata dalla corte di Cassazione che ha rigettato i ricorsi, pietra tombale su questo procedimento che tecnicamente rischiava di tornare a Milano in appello ma che invece già dalla mattinata, durante la requisitoria del procuratore generale che ne aveva chiesto l’assoluzione, è diventata una realtà sempre più vicina.

E se la sera della sentenza di secondo grado, il 24 luglio del 2019 fu una pizza coi famigliari a salutare la libertà, al termine del giorno più lungo di Binda è stato il sapore di una tazza di infuso «curcuma e zenzero» offerto ai giornalisti a fotografare la fine – definitiva – di un salto nel buio cominciato dalle prime perquisizioni che fecero seguire le manette e le lunghe vicissitudini processuali trasformate a livello carcerario da Stefano Binda in esperienza di vita: l’aiuto e i sostegno ai compagni di sventura dietro le sbarre, lo studio, la preghiera.

Ora il pensiero va anche alla famiglia di Lidia, a cui invia un messaggio pronunciato con affetto: «Voglio che sia la famiglia Macchi. E non più, mai più, una parte del processo».

Ci sarà il tempo della rivalsa nei confronti dello Stato, forse. Lo steso Stato rappresentato dalla procura generale che ne ha chiesto di fatto l’assoluzione.

Ora il pensiero va a al futuro. Nuova vita? «Ha il sentore che cambierà qualcosa. Non voglio essere sibillino ma ho di fronte una libertà che non aveva bisogno delle sentenze. In qualche modo voglio guadagnarmi la vita, in ogni senso».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Gennaio 2021
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