Visioni distopiche e realtà parallele prendono vita nel nuovo videoclip dei MasCara
Realizzato da Fiola Folador e Fabio Landi, il videoclip del singolo "22+1" vede protagonisti una coppia di anziani e il loro ultimo ballo, "in scena" grazie alle animazioni di Gian Luca Elasti. La band: "L'amore supera supera i limiti dell'età e della mobilità fisica"

Dopo la pubblicazione della “versione radio”, i MasCara presentano anche il videoclip del loro singolo “22+1”, disponibile su YouTube a partire da oggi, mercoledì 10 febbraio (lo trovate sotto all’articolo).
Una canzone dall’anima “antica, melodica e appassionata”, così la scorsa settimana la band varesina aveva presentato il singolo che ci aveva ricordato con un velo di nostalgia le atmosfere (e i colori) del primo disco degli Interpol, Turn On The Bright Light.
«Volevamo una storia d’amore ma che fosse universale – spiega adesso la band all’uscita del videoclip che alterna girato ad animazioni grafiche, con lo sfondo sempre a tinte rosse e nere, gli stessi colori presenti anche sulla copertina del disco-. La canzone racconta dell’impossibilità di unirsi, ma visivamente parla di un amore indissolubile che vuole superare i limiti dovuti all’età e alla mobilità fisica. Abbiamo voluto fortemente rappresentare l’immobilità perché è la cosa che più ci sta lacerando. Non poterci abbracciare, non poterci avvicinare. Sentiamo il bisogno di superare questa distanza».

(foto di Clarissa Ceci)
Realizzato da Fiola Folador e Fabio Landi, in arte Luther Blisset, grazie anche alle animazioni di Gian Luca Elasti, già presente in “Carne & Pixel”, il video di “22+1” nasce come “risposta forte a questa immobilità che stiamo vivendo”.
I MasCara hanno infatti deciso di portare le loro visioni distopiche su due soggetti fragili, forse i più contemporanei che potessero immaginare. Un ultimo, oscuro quanto delicato, ballo. È questo il desiderio della coppia protagonista del video, che, sulle note della canzone, riesce a soddisfare il proprio desiderio grazie all’utilizzo della tecnologia.
«L’immersione in questa realtà parallela viene veicolata da due avatar mostruosi che ricordano il Demogorgone di Stranger Things – commentano i MasCara -: un contrasto che ricorda il tema fondante del disco: l’impatto della tecnologia sui nostri desideri e sulla realtà».
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