Giuseppe Panza di Biumo, una vita per l’arte

Il collezionista dedicò tutta la sua vita alla ricerca e all'ispirazione, lasciando a Villa Panza, oggi bene del Fai-Fondo Ambiente Italiano una collezione di opere famosa in tutto il mondo

I Parchi di Varese

Chi varca la porta di Villa Panza a Varese viene avvolto dalle opere, dall’arte e dallo spirito di colui che dedicò tutta la sua vita, insieme alla amata moglie, alla ricerca di ispirazione e riflessione su sé stesso, sul mondo e sull’esistenza.

Giuseppe Panza , scomparso il 24 aprile del 2010, per oltre 50 anni trovò nelle opere di artisti che vivevano nella lontana America quel senso profondo e quella visione estetica che cercava. Una collezione è anche infatti una storia personale, che si crea poco alla volta, che cambia con il cambiare della persona, del tempo e degli incontri della vita.

Giuseppe Panza di Biumo scriveva “I rapporti che avuto con l’arte e gli artisti, durante la mia vita, sono stati abbastanza singolari e difficilmente ripetibili”. Nato a Milano da una facoltosa famiglia, aveva scelto gli studi giuridici ma il suo primo viaggio negli Stati Uniti da New York a Los Angeles nel 1954 gli cambierà completamente la vita forgiando il suo gusto estetico.

Un pomeriggio a Villa Panza

Comincia a collezionare opere d’arte fin da subito con una visione estetica idealista e la predilezione di opere astratte e minimaliste. Scopre l’opera di Dan Flavin e ne diventa uno dei principali collezionisti. Lo conosce personalmente, lo invita nella sua casa di Varese e gli commissiona le opere ambientali che oggi si possono ammirare al primo piano della villa.

Dopo di lui altri gradi dell’arte come James Turrel, Robert Morris, Donald Judd, Bruce Nauman, Richard Serra, Joseph Kosuth.  Come accade per molti artisti della sua collezione Giuseppe Panza li conosce personalmente; con loro discute, parla, si confronta fino a comprendere profondamente l’uomo e l’opera.

La collezione presenta tre grandi ambiti di indagine. Un primo nucleo che va dall’Informale europeo alla pop art con le opere tra gli altri di Franz Kline, Mark Rothko, Robert Rauschenberg. Tra la metà degli anni Sessanta e Settanta predilige opere di arte minimal, concettuale e ambientale e acquista Dan Flavin, appunto, Robert Morris, Bruce Nauman. Negli ultimi vent’anni si dedica invece all’arte organica, l’arte dei piccoli oggetti e l’arte monocroma con le opere di Martin Puryear, Christiane Loehr e Peter Shelton.

In questi anni Villa Panza, donata al Fai-Fondo Ambiente Italiano nel 1996, ha accolto visitatori da tutto il mondo trasformando in realtà in sogno di condivisione dell’arte di Giuseppe Panza di Biumo. In occasione del ventennale di donazione della villa e della collezione, il Fai ha proposto l’allestimento integrale della collezione permanente, secondo i criteri museografici indicati dal collezionista. Un’occasione unica per immergersi nella poetica e nella visione del grande collezionista.

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Pubblicato il 23 Aprile 2021
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