I volontari di “Strade Pulite” continuano a fare il pieno di immondizia

L'associazione nata nel 2015 dall'esempio di Damiano Marangoni conta ormai decine di volontari e centinaia di sacchi di immondizia raccolti ogni anno

Generica 2020

C’è chi è in pensione, chi lascia la bambina piccola alla nonna per qualche ora per andarci, chi lo fa nel tempo libero, chi è nonno e ha a cuore il mondo da lasciare ai nipoti, chi ogni settimana e chi ogni tanto. Tutti hanno in comune una cosa: la voglia di vedere le nostre “Strade Pulite”.

Sono noti soprattutto nelle zone dell’Alto Varesotto dove tutto ebbe inizio nel 2015, quando Damiano Marangoni decise di dedicare un paio d’ore al giorno munito di bici, guanti e sacchi della spazzatura alla pulizia della statale della Valganna. Dopo qualche mese era diventato una leggenda in valle, chi passava in macchina pensava “Eccolo lì, che grande!” e via una clacsonata di appoggio ogni tanto.

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Damiano Marangoni

Dai clacson ai nuovi adepti non ci è poi voluto molto: sono in tanti, decine, oggi i volontari di Strade Pulite che si organizzano e si mettono d’accordo sulla popolata Pagina Facebook del movimento. Non solo a livello di “personale”, ma anche a livello “territoriale” la rete si è allargata e sono nati gruppi di raccoglitori a Varese, in Valcuvia, fino alla zona del Milanese.

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volontari in provincia di Milano

Negli scorsi giorni è toccato di nuovo a lei, la SS233, la famigerata statale della Valganna da dove tutto ebbe inizio e che a distanza di anni continua, purtroppo, a regalare decine e decine di sacchi di rifiuti da raccogliere. Lattine e bottiglie di vetro, solitamente, quelli che vanno per la maggiore. Lanciati dalle auto, dai camion e dai ciclisti in corsa. Lascia sbalorditi pensare che un gesto vile come il lanciare un rifiuto fuori dal finestrino sia ancora così diffuso. Gesto che se è sbagliato e deplorevole a prescindere dal contesto qui, nella bellezza dei boschi di una delle aree verdi più ampie e preziose della provincia e nel contesto tutelato del Parco del Campo dei Fiori, suscita ancora più rabbia e sbalordimento.

Si legge sulla loro pagina:

“Continua l’impegno di Andrea della Fontana nei dintorni della SS233 in territorio di Induno Olona (VA). Ieri pomeriggio (13 aprile ndr) ha pulito i 50 metri del torrente Valfredda sotto la statale, subito dopo l’ultima galleria, tra i molti rifiuti ha recuperato anche 1 albero di trasmissione di un camion. Grazie e complimenti!”

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Amdrea Della Fontana ad Induno

 

E ancora:

“Ottimo lavoro ieri pomeriggio (14 aprile, ndr) ancora sulla SS233 ma questa volta nel comune di Valganna (VA). Il bel gruppo di volontari si è adoperato per liberare dai rifiuti la statale nel tratto dell’abitato di Ganna, riempiti una decina di sacchi di cui 4 solo delle famigerate bottiglie di vetro e lattine. Grazie e complimenti a Shirley Barison, Martina Landi, Andrea della Fontana ed Ermanno Masseroni

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Solo pochi giorni prima altri volontari avevano ripulito un tratto di statale nel Comune di Grantola, andando a riempire in poche ore ben 24 sacchi dell’immondizia in soli 2km: ” Ci siamo occupati della SP43 nel territorio di Grantola (VA). In 7 ore, nei circa 2 km che vanno dall’entrata del paese al confine con il comune di Cunardo, sono stati riempiti ben 24 sacchi di cui 8 di vetro e lattine, recuperate anche 4 racchette da tennis, 1 cerchione e 1 copertone d’auto. Grazie e complimenti al consolidato gruppo Ermanno Masseroni, Luciano e M. che segnala le parole di ringraziamento dell’amministrazione comunale e confida in più controlli e sanzioni.”

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I volontari a Grantola

 

Perché se è vero che negli ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di “Plogging“, cioè della moda di andare a correre raccogliendo da terra i rifiuti , e se è vero che il fenomeno lanciato in Svezia da Erik Ahlström, utente di instagram, non può che essere guardato in maniera positiva, c’è da ricordare una cosa. Da qui, dai boschi e dai piccoli abitati della Valganna – dove se entri un bar  al 90% delle probabilità sentiresti commentare “Ma sà l’è ul plogging?” –   senza pensare di essere “instagrammabili” ma piuttosto bardati in gilet catarifrangenti (per non farsi stirare dalle auto che passano sempre a folle velocità), è partito anni prima il movimento dei raccatta spazzatura.

Per i quali la moda di raccogliere rifiuti non si è mai pensato potesse essere una mod-a, ma piuttosto un mod-o giusto e alla portata di tutti, per prendersi cura del bello che ci circonda.

Seguite la loro pagina, entrare a fare parte del team dei raccoglitori di “Strade Pulite”!

 

Eleonora Martinelli
eleonora.martinelli@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Aprile 2021
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