Elisabetta Rossi, dirigente al Dalla Chiesa di Sesto Calende: “La scuola di domani dovrà ritrovare il volto umano”

Continua l'inchiesta sulle scuole di VareseNews per tracciare un bilancio a un anno dall'inizio della pandemia. Le parole della dirigente dell'istituto superiore (a vocazione tecnologia) del Basso Verbano: dal Dalla Chiesa Channel alle sfide della scuola del domani

Elisabetta Rossi - Dalla Chiesa Sesto Calende

La sfida dell’emergenza pandemica per la scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita. Per capire a che punto è la situazione negli istituti del territorio abbiamo iniziato un dialogo con i dirigenti scolastici che possa aiutare a capire quali sono le prospettive di uno dei settori più importanti e vitali per il futuro del nostro Paese.

Secondo Elisabetta Rossi, dirigente dell’Istituto Superiore Carlo Alberto Della Chiesa di Sesto Calende, la scuola di domani dovrà per prima cosa ritrovare il volto umano per ricostruire relazioni e recuperare le motivazioni. Nel frattempo però, per far fronte l’emergenza sanitaria, l‘istituto a vocazione tecnologia ha potenziato la proprio struttura – tutte le aule sono cablate in LAN e possiedono lavagna LIM – e dato vita al “Dalla Chiesa Channel“, il progetto per la diffusione di tematiche e progetti affrontati nelle classi attivo sui canali social network dell’istituto sestese che accoglie molti studenti e docenti provenienti anche dalla sponda piemontese dal Maggiore.

Quali sono stati i principali problemi affrontati durante l’emergenza sanitaria?

Ripercorro con la mente gli avvenimenti che ci hanno toccato, a partire dal febbraio dello scorso anno: il primo pensiero non corre ai numerosi problemi che abbiamo affrontato e stiamo affrontando; la parola che emerge con forza è un immenso Grazie alle persone che hanno affiancato e sostenuto me, dirigente scolastico, nel guidare studenti e famiglie in questo percorso: la ricchezza delle nostre scuole risiede, a mio avviso nella forza di comunità che lega insegnanti, personale A.T.A., tecnici, genitori del Consiglio d’Istituto. 

Ho in mente alcune immagini che continuano a dare a noi tutti la forza di continuare:  la creatività dei docenti  che hanno saputo organizzare “merende sul balcone” a distanza con i loro studenti  nel tempo del lock down più profondo; App create da sinergie tra docenti, genitori e alunni per supportare compagni di classe con disabilità; docenti del gruppo inclusione che non hanno mancato un giorno la didattica in presenza anche al momento del più forte contagio; le mie referenti COVID (vicepreside e assistente amministrativa) che sono in contatto con me anche nei giorni festivi per valutare come attuare la prevenzione di  fronte alle segnalazioni di contagio;  i nostri  assistenti tecnici che hanno chiamato una ad una molte famiglie per supportarvi nella difficoltà di connessione;  il team digitale che non ha smesso, per tutto questo tempo, di sensibilizzare i colleghi docenti alla ricerca di modalità sostenibili di didattica a distanza.  

E sono certa che l’Istituto “Dalla Chiesa” non è diverso da numerose altre scuole del territorio.  Devo ammettere, tuttavia, che da una partenza coraggiosa e combattiva  corriamo oggi il rischio di una stanchezza pericolosa che colpisce il corpo e l’anima…  mix di paura,  di ansia, di rassegnazione.  Le incertezze normative, le incessanti modifiche a procedure, le percentuali che cambiano ogni giorno, la costante ricerca di spazi aggiuntivi per le classi troppo numerose,  rendono incerta la programmazione e la progettazione.  

 

Quali le soluzioni? Quali sono state prese solo per l’emergenza e quali, invece, potrebbero diventare di sistema? 

Ritengo che vi siano alcune grandi risorse che potranno diventare sistematiche: in primo luogo la diffusione capillare di strumenti di comunicazione  (utilizzo degli indirizzi mail, della modalità di videoconferenza, degli strumenti di condivisione dei file, della possibilità di registrare conferenze e lezioni, delle attività in streaming) che certamente modificheranno il nostro utilizzo del tempo e degli spazi anche per il futuro. Un esempio significativo per il nostro istituto è la nascita del “Dalla Chiesa Channel”, che utilizza la piattaforma Streamyard e  i canali social come Youtube e Facebook per la diffusione di tematiche e progetti affrontati nelle classi o in particolari ricorrenze: Giornata della Memoria, Dantedì,  La matematica è ovunque ( ricorrenza annuale dell’International Day of Mathematics),  “La signora della Comete”, con l’ospite  Amalia Ercoli-Finzi, la prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica e ideatrice della trivella a bordo della sonda Rosetta. 

Ma penso, anche, a quanto sia stato più semplice per molte famiglie, venire a colloquio con i docenti o con il dirigente in videoconferenza o telefono, piuttosto che abbandonare il posto di lavoro, chiedere un giorno di ferie, per  pochi minuti di colloquio. Fino all’anno scorso non avremmo mai accettato modalità di questo tipo.  

In secondo luogo, la DDI  ha reso necessaria per tutti i docenti una riflessione su nuove modalità di svolgimento delle lezioni; gli spunti per una nuova didattica dovranno  essere valorizzati oltre il tempo di emergenza, in un momento che speriamo imminente in cui la relazione docenti-alunni ritrovi serenità e  continuità.  

 

Il digital divide è un problema? Il territorio come ha risposto?

Il digital divide è ancora un problema, nonostante l’ingente quantità di  fondi messi a disposizione dal Ministero e i finanziamenti derivanti da fondi di varia natura quali Fondi Europei PON,  Piano Nazionale Scuola Digitale, fondi per le famiglie stanziati da Regione Lombardia.  Nonostante la massiva distribuzione di  dispositivi in comodato (più di cento famiglie ne hanno beneficiato), il problema della nostra zona è la connessione. Nel bacino di Sesto Calende la connessione fibra non è per ora disponibile per tutti, se non per linee dedicate a costi molto elevati. I cittadini e le scuole dovranno attendere probabilmente fino al 2025. La nostra scuola ha investito molto su altri sistemi di connessione,  con ingenti canoni annui. 

Per molte famiglie la connessione resta difficoltosa, con il risultato che è accentuato l’utilizzo dello smartphone da parte degli studenti. Difficile, tuttavia, pensare che uno studente possa trascorrere un’intera mattinata a seguire lezioni da un cellulare.   

 

Cosa si dovrebbe fare questa estate per un avvio normale dal prossimo anno scolastico?

Noi stiamo sperando che la situazione sia migliore, ma il timore di tutti è che l’autunno ripresenti gli stessi problemi… seppure attenuati. Stiamo riflettendo sui sistemi di  purificazione dell’aria: alle scuole stanno prevenendo molte proposte d’acquisto, ma è difficile capire quale sistema sia davvero un investimento di qualità. Spendere i soldi pubblici non è sempre facile. Abbiamo la responsabilità di utilizzarli con serietà e di non sprecarli.  

 

Come è cambiata, se è cambiata, la struttura della scuola? Ci sono stati adeguamenti funzionali e (o) strutturali per ridurre o rimodulare le classi, gli orari, le lezioni? 

 Abbiamo investito molto dal punto di vista strutturale, utilizzando molti dei fondi inviati dal Ministero per acquistare strumenti di classe che  potranno essere utilizzati anche i prossimi anni  (tutte le classi ora dispongono di una LIM o di uno schermo touch); tutte le aule sono state cablate in modalità LAN grazie al nostro gruppo di assistenti tecnici e all’ufficio tecnico.   

Purtroppo la normativa non  permette la diminuzione del numero di studenti per classe, quindi le classi più numerose, ad esempio le classi prime, che avrebbero bisogno di più attenzione, saranno ancora le più penalizzate.  

 

Che dispersione scolastica ha registrato la vostra scuola in questa emergenza?

I numeri non indicano un grave aumento della dispersione. Le famiglie non sono state abbandonate a se stesse, piuttosto guidate a scelte orientative differenti: in questi ultimi due anni abbiamo rafforzato le attività di riorientamento.  

 

 Il recupero dei saperi e delle conoscenze persi dal febbraio 2020. È una priorità?

Non credo che la priorità  sia da identificare con il recupero dei saperi. Una mente giovane e curiosa come quella dei nostri adolescenti può recuperare conoscenze in tempi incredibilmente brevi.  Il problema reale è recuperare la  motivazione.  La sensazione è che l’incertezza del futuro stia creando l’idea che cultura e saperi siano poco utili e non valga la pena di profondere sforzi per raggiungerli. 

Nella mia mente, la scuola di domani dovrà ritrovare il volto umano, ricostruire relazioni e motivazione, lavorare sulla mediazione dei conflitti e sulla fiducia reciproca, per ritrovare il piacere del “reale” al di là del “virtuale”. Noi stiamo lavorando a progetti che permettano agli studenti di ricostruire se stessi, la  relazione con i pari e con l’adulto: comunicazione, espressività, mindfulness, rispetto.     

Avete attivato il supporto psicologico agli studenti o docenti?

Il nostro Centro d’Ascolto non ha mai smesso di funzionare, anche in modalità virtuale . Di questo ringrazio il Piano di Zona di Sesto Calende,  il Rotary Club Sesto Calende Angera, l’Associazione genitori e amici dell’Istituto che cofinanziano ogni anno il progetto.  

 

scuola generiche

 

Avete avuto la possibilità di comprendere se si siano verificati episodi di contagio nelle vostre scuole? 

I dati in nostro possesso non fanno pensare alla scuola come prima causa di contagio. Non si sono verificati cluster epidemici rilevanti. Direi che il trend dei contagi ha seguito l’andamento provinciale.  Il fatto che molte delle classi siano state divise con  50%  degli alunni in presenza e 50% a distanza, ha  diminuito la possibilità di contagio. Non vi sono state intere classi in quarantena, ma solo gruppi di metà classe.  

 

A che punto è la vaccinazione sul personale scolastico nel vostro Istituto? Ci sono insegnanti che hanno rifiutato di farsi vaccinare?

I dirigenti non dispongono delle informazioni dirette sull’accesso al Piano Vaccinale da parte del personale scolastico.  Per quanto di mia conoscenza, la maggior parte del personale ha partecipato al piano vaccinale, che ha avuto fasi diverse tra Lombardia e Piemonte. Il personale  piemontese è stato chiamato prima di quello lombardo e ha avuto immediatamente la data della convocazione per il richiamo. Purtroppo la brusca interruzione delle somministrazioni dedicate al personale della scuola ha escluso, per ora, alcune persone che avrebbero desiderato accedere al vaccino ma che, per ragioni di salute, avevano espresso alcune titubanze rispetto alla somministrazione di AstraZeneca.  

 

La collaborazione con gli altri enti istituzionali: i trasporti, gli enti locali, l’autorità sanitaria, com’è il dialogo e il coordinamento tra i diversi attori in campo?

Il tavolo di lavoro prefettizio, che ha visto lavorare insieme scuola, istituzioni e aziende di trasporto pubblico ha iniziato a lavorare bene solo durante l’a.s. 2020-21.  Durante l’estate 2020 il lavoro di convergenza tra istituti scolastici e mondo dei trasporti  sugli orari delle autolinee è stato complesso e, talvolta, poco proficuo, anche a causa di non chiare disposizioni normative;  nonostante le difficoltà, in sinergia con le stessa agenzie di trasporto,  la nostra scuola è riuscita a impostare, secondo le indicazioni provinciali, il doppio orario d’ingresso (classi prime e seconde ore 8.00; classi del triennio ore 9.40) fin dal mese di settembre. Oggi alcuni servizi sono stati potenziati per favorire il distanziamento. 

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com

 

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Pubblicato il 04 Maggio 2021
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Commenti

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  1. Laura Pasquali
    Scritto da Laura Pasquali

    Intervista molto interessante .

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