Niente auto davanti a scuola: si può fare e Cassano ci crede

La chiusura al traffico all'entrata e uscita tocca oggi metà delle scuole cittadine. Una sperimentazione costruita anche con i genitori, che dall'anno prossimo diventerà soluzione stabile

Generica 2020

L’altro giorno, davanti a una scuola di Cassano Magnago, i bimbi si sono rimessi a giocare a “campana”, quel vecchio gioco che si fa con i gessetti per strada.

Si va a scuola con più calma e sicurezza, da quando sono state istituite le “zone scolastiche”: venticinque minuti di spazio car-free, senza auto, al mattino a ridosso dell’orario d’entrata, altri venticinque minuti più tardi al momento dell’uscita.

La sperimentazione è iniziata meno di un mese fa, su due scuole primarie, le Fermi e le Rodari.
Dopo le prime settimane di test si è passati anche alle scuole Dante. «Ora siamo a tre scuole primarie su quattro in città» spiega il sindaco Nicola Poliseno.

L’idea di base è quella di tenere le auto lontano da scuola, allargare il raggio entro cui vengono posizionate le auto: non è un provvedimento ambientalista, né radicale, ma è stato attuato con convinzione, soprattutto perché ha finito a coinvolgere nel giro di meno di un mese metà delle scuole cittadine. E perché già da settembre il sistema – oggi sperimentale – diventerà stabile.

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Le “zone scolastiche” prevedono lo stop al traffico nelle aree intorno alle scuole per venticinque minuti: quindici minuti prima della campanella e dieci minuti dopo. Tolte le auto dagli immediati dintorni, l’ultimo tratto per andare a scuola diventa per i bambini (e non solo) occasione di socialità e di educazione all’uso dello spazio pubblico. «I genitori stanno facendo grande lavoro» sottolinea i sindaco. «La chiamiamo “vigilanza educativa”, stanno pensando ai loro figli ma si stanno anche sensibilizzando a vicenda».

Da settembre il sistema delle “zone scolastiche” diventa stabile

La sperimentazione per ora tocca tre scuole primarie. La quarta arriverà a breve: «Alle scuole Parini sperimenteremo negli ultimi 15 giorni di scuola. Le Parini hanno già un parziale sistema di “zona scolastica”, ma è in una zona residenziale e pone qualche problema, dobbiamo studiarci un po’».

E le altre scuole? «A breve partiremo anche con le medie Maino, alle Ismaele Orlandi partiremo a settembre. Sugli asili invece non ci saranno novità, perché i momenti di entrata e uscita sono più ampi e non creano traffico concentrato in poco tempo».

Con l’avvio del prossimo anno scolastico la chiusura all’entrate e uscita dalle scuole passerà «da momento sperimentale a ordinanza stabile».

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Un lento cambiamento

Secondo il sindaco Poliseno il sistema ha fin qui funzionato bene e senza intoppi. «Anche alle Dante il primo giorno è stato perfetto. È una situazione a cui ci si abitua: è un piccolo sacrificio, bisogna cercare parcheggio più lontano ma i punti di sosta non mancano». Qualche malumore c’è stato, ma in generale – anche sui sempre infiammati social – non sembra esserci contestazione, forse anche perché si è scelta la via della condivisione con i gruppi di genitori, rendendo la decisione meno calata dall’alto (anche se va riconosciuto che il Comune ha deciso di partire con convinzione).

Non sono mancati anche altrove (ad esempio nel quartiere Sciarè di Gallarate) i casi di zone a traffico limitato in orario d’entrata e uscita. Alcuni studi indicano che alla lunga il sistema spinge anche di più le persone a scegliere di andare a scuola a piedi o in bici, specie là dove esiste un rapporto molto stretto tra quartiere e scuola, dove le famiglie abitano già non troppo distante dall’edificio scolastico.

Come detto il provvedimento di Cassano non è radicale: i confini delle “zone scolastiche” sono stati pensati anche in funzione delle aree di sosta, pensando comunque all’uso dell’automobile. Se si chiede se anche a Cassano c’è stato un aumento di spostamenti di “mobilità dolce”, a piedi o in bici, Poliseno non si sbilancia: «Non abbiamo dati». Forse emergerà nel tempo la percezione, chissà.

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Il sindaco comunque porta un caso singolo, che è anche una bella immagine: «Ieri un nonno alle scuole Dante che mi ha detto che verrà a prendere la sua nipotina in bici, una bimba di prima elementare». E magari quella stessa bimba imparerà ad andare a scuola in bici, man mano.
Ma non corriamo troppo, c’è tempo per vedere dove andrà la sperimentazione.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 18 Maggio 2021
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