Sui pullman di Gallarate uno su due non paga. “Usiamo la Polizia Locale”

O meglio: è un problema diffuso, la valutazione numerica è del consigliere di maggioranza Martignoni. Che adesso propone di usare la Polizia Locale come "deterrente" per scoraggiare gli scrocconi del biglietto

gallarate generico

«Sui pullman di Gallarate pagherà forse un passeggero ogni due. E i guidatori non possono fare nulla». È la denuncia del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Giuseppe De Bernardi Martignoni, che di tanto in tanto usa il mezzo pubblico di persona.

Che non ci sia un gran rispetto delle regole sui bus («pullman», come si dice a Gallarate) non è dato nuovo. Il punto, per Martignoni, è che mancano i controlli: «Spetterebbe agli autisti, ma se si fermano per cacciare gli abusivi non riescono a rispettare le tabelle di marcia».

E in effetti in tutte le reti i controllori dei biglietti sono di solito figura distinta, proprio per lasciare l’autista concentrato sulla conduzione del mezzo. La questione dell’evasione è stata messa all’ordine del giorno anche dal punto di vista sindacale. Biglietti e abbonamenti dovrebbero coprire almeno il 35% del costo dei servizi di Trasporto Pubblico (il resto lo paga l’ente pubblico, vale a dire la Regione con fondi governativi). La realtà è che il trasporto urbano a Gallarate è sempre stato tendenzialmente in rosso, un costo per Amsc, al di là appunto dei contributi governativi al cosiddetto “trasporto sussidiato”.

Ora Martignoni propone anche un intervento diretto del Comune: da consigliere di maggioranza propone di utilizzare la Polizia Locale. Non certo direttamente come controllori (esulerebbe dalle competenze e porrebbe anche problemi sindacali) ma come “deterrente” alle fermate più critiche: «Utilizzare la Polizia Locale alle fermate potrebbe essere una soluzione. Quando ero assessore alla sicurezza in Provincia avevamo fatto un esperimento con la Polizia Provinciale e ha funzionato».

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Giugno 2021
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