Infertilità o subfertilità? Al centro Beccaria il percorso per la coppia che vuole un figlio

Ragioni ambientali, genetiche, patologiche o solamente biologiche sono alla base delle difficoltà a procreare. Indagini approfondite, l'utilizzo della tecnologia e un supporto costante permettono di indagare le ragioni della condizione di coppia  

Luigi mazzagatti

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infertilità è una patologia e viene definita come l’assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi di rapporti sessuali non protetti. Secondo le linee guida ASRM (American Society for Reproductive Medicine) è giustificato iniziare a fare degli accertamenti dopo tale periodo, limite che si abbassa a 6 mesi per le donne di età superiore ai 36 anni. 

Il tema dell’infertilità di coppia riguarda circa il 10-15% della popolazione potenzialmente fertile. Secondo il registro nazionale della Pma (Procreazione medicalmente assistita) dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), nel 35.4% le cause vanno cercate nell’uomo, nel 35.5% nella donna, in un altro 13.25 si parla di infertilità idiopatica (cioè non si conosce la causa) e in un 15% le cause vanno ricercate in entrambi i sessi. 

L’età è il più importante fattore di rischio, considerando che per una donna fra i 20 e i 24 anni la probabilità complessiva di ottenere una gravidanza è quasi il 90%, mentre si riduce a circa il 52% tra i 35 e i 39 anni. 

Non è soltanto questione di tempo, se un figlio non arriva ci possono essere delle situazioni ambientali, genetiche o anche patologiche su cui è possibile intervenire. 

«Si parla molto di più di cause femminili piuttosto che di maschili – spiega il dottor Luigi Mazzagatti biologo, embriologo e seminologo che lavoro presso il Centro Polispecialistico Beccaria – magari perchè, per un uomo, è più difficile parlarne, accettare l’idea di farsi aiutare o semplicemente perché, nella cultura maschile, è meno radicata l’importanza di programmare visite specialistiche periodiche del proprio apparato riproduttivo».

Parlando dell’uomo, dobbiamo considerare le varie patologie che possono ridurre la fertilità. Ad esempio: «Un tempo, quando c’era la leva obbligatoria – commenta il dottor Mazzagatti – la visita permetteva anche di individuare precocemente alcune malattie come il varicocele, patologia che può ridurre la fertilità. Ecco perché è consigliabile programmare esami specifici del liquido seminale, come ad esempio uno spermiogramma, che possano evidenziare delle alterazioni. È un esame semplice, a cui non si pensa finché non si arriva ad affrontare un percorso sulla fertilità. La prevenzione, quindi, è sempre la migliore arma e rivolgersi a un urologo o andrologo sin dalla giovane età, intorno ai vent’anni, permette di individuare e risolvere situazioni che, alla lunga, potrebbero rendere difficile la ricerca di un figlio».

Lo spermiogramma risulta essere un esame fondamentale anche per valutare la salute generale di un uomo, in quanto, una sua alterazione può essere il campanello di allarme di altre patologie come diabete, infezioni prostatiche o tumori al testicolo: «È fondamentale che il liquido venga analizzato da un occhio esperto. Io ho maturato una lunga casistica, iniziando all’ospedale Del Ponte per proseguire in un centro di riferimento come il San Raffaele di Milano, dove collaboro tutt’oggi. È importante che il seminologo abbia una buona esperienza clinica per evitare di sottovalutare aspetti o elementi che indicano problematiche relative alla salute riproduttiva dell’uomo».

Oltre all’età anagrafica, fattori ambientali, che possono incidere sulla qualità del liquido seminale, sono l’inquinamento, il fumo, una vita sregolata o l’eccesso di stress, andando ad alterare i parametri del seminale, sino a danneggiare l’integrità del DNA spermatico. Infine, ci possono essere fattori genetici che concorrono ad una riduzione della fertilità, come la ridotta produzione di spermatozoi per mancato sviluppo del testicolo o l’assenza di eiaculazione per ostruzione dei canali o problematiche più serie, come l’azoospermia, assenza di spermatozoi nell’eiaculato. 

«Le coppie, che decidono di approfondire l’indagine sulla fertilità, vengono inserite in un percorso di diagnosi e accompagnamento dove al centro c’è la coppia. Si parte sempre da un’indagine, per avere chiari tutti i fattori che concorrono a influenzare la situazione». 

Ogni risultato va affrontato in un contesto dove lo specialista è in grado di evidenziare le problematiche per correggerle: «Per questo è importante che la coppia sia sempre messa al centro e che la diagnosi sia corretta, così da valutare la risposta migliore. I percorsi di fertilità sono diversi e via via più complessi e la tecnologia a supporto molto sofisticata a seconda del caso da trattare».

La domanda di assistenza nella ricerca del bambino è in crescita: «Ritengo che questo sia un settore che avrebbe bisogno di maggiori attenzioni e conoscenza. Diventare genitori è l’esperienza più bella di una coppia. Per noi specialisti, sapere di aver contribuito alla riuscita di un sogno è di grande soddisfazione. L’ambito dell’infertilità andrebbe sostenuto di più perché è un elemento centrale di una comunità».

Qui alcuni esami specifici che vengono effettuati al Centro Polispecialistico Beccaria: 
 Spermiogramma
 Test di Capacitazione
 Ricerca di Spermatozoi su urine per paziente con Eiaculazione Retrograda
 Frammentazione del Dna Spermatico (Halosperm, SCD -Sperm Chromatin Dispersion test-)
 Esame Colturale del Liquido Seminale
 Mar Test

Esami ematici
 FSH
 LH
 Testosterone
 Progesterone
 Estradiolo
 Ormone Antimulleriano

Test genetici
 Fattore II
 Fattore V di Leiden
 Mutazione MTHFR
 PAI-1
 Test Fibrosi Cistica
 Cariotipo
 Microdelezione Cromosoma Y

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Novembre 2021
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