La nostalgia, la vita all’estero e i giovani expat: “Il futuro non può aspettare” di Michela Grasso

La blogger di Spaghettipolitics, originaria di Gallarate, ha presentato il nuovo libro che offre una prospettiva in prima persona della vita dei giovani italiani all'estero

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«A parlare dei giovani italiani sono spesso persone anziane che non sono mai stati all’estero e non appartengono alla prima generazione più povera della precedente. Allora ho pensato di raccontare e rappresentare in prima persona la mia generazione».

Michela Grasso, blogger di Spaghettipolitics, ospite dell’associazione Auser di Gallarate, ha presentato il suo libro Il futuro non può aspettare – perché la mia generazione è costretta a partire (Deagostini) questa sera, venerdì 12 novembre, dialogando con la scrittrice Sara Magnoli.

La prima esperienza all’estero di Grasso riassale al quarto anno di liceo trascorso all’estero negli Stati Uniti e da lì non si è più fermata: ha studiato Scienze politiche all’università di Amsterdam e, dopo la laurea a giugno, ha deciso di trasferirsi in Francia  – vicino a Bordeaux – per partecipare a un programma di servizio civile europeo.

Magnoli e Grasso hanno parlato delle opportunità dei giovani italiani che scelgono di emigrare all’estero (in 10 anni, sono stati 250mila), delle differenze strutturali rispetto all’Italia che rende certi paesi più appetibili, della nostalgia e dell’incertezza che domina le scelte delle nuove generazioni.

Da Gallarate ad Amsterdam, Michela Grasso e il suo primo libro: “La mia generazione è costretta a partire”

La vita all’estero

«Il futuro non può aspettare è un saggio – ha spiegato Magnoli – un romanzo e un diario tutto insieme, come un romanzo di formazione classica in una forma nuova. Hai aperto delle finestre di conoscenza che conosciamo solo per interposte persone e ha creato la curiosità tipica del romanzo, oltre a darci uno spaccato di vita di molti che conosciamo e che spesso pensiamo lontani da noi».

Nella pagine si può notare il paragone tra l’emigrazione odierna con quella del secolo scorso, nutrito e sostenuto da una ricca documentazione da parte dell’autrice. «Una volta era diverso, c’era un profondo bisogno di cambiare ma alla fine si doveva decidere tra l’essere poveri qua ed essere poveri là. Adesso c’è più la possibilità di salire di classe e migliorare la propria condizione sociale. Noi ce ne andiamo dall’Italia con tantissima rabbia (anche se magari vogliamo restare), mentre ad esempio gli olandesi non sono frustrati verso il proprio paese».

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Sara Magnoli e Michela Grasso

Nel libro non c’è solo l’esperienza di Grasso, ma anche quelle di tanti altri ragazzi e ragazze che vivono all’estero o che sono rimasti coraggiosamente in Italia: «Vivere all’estero significa fare i conti con l’incertezza: si ha a che fare con qualcuno che pensa diversamente da te e che parla diversamente in un contesto nuovo», ha afferma Grasso parlando dello shock culturale che ha avuto quando ha vissuto in America. «Bisogna anche gestire gli stereotipi, che in America è più legato al cibo, in Olanda invece sono più legati alla politica italiana, vista come che ha le leggi più difficili da applicare e che cambia governo ogni tre mesi».

L’emozione che regna ne Il futuro non può aspettare è la nostalgia, «il prezzo da pagare» per cogliere l’opportunità del trasferimento all’estero, che spesso può offrire delle condizioni economiche migliori ai giovani laureati rispetto a quello che l’Italia – dove ormai l’ascensore sociale si è rotto – ha da offrire.

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“Siamo noi giovani a dover parlare di noi”

Lasciarsi il paese e i propri affetti alle spalle è un atto di coraggio, ma lo è anche rimanere in Italia, specialmente se si è giovani, ma «molti altri scelgono di rimanere con lo stesso coraggio che ci vuole per andarsene via. Chi fa certi studi – come ingegneria, medicina ed economia – è più facilitato a rimanere nel proprio paese ed è più positivo verso il futuro».

Come vedi l’Italia? Grasso ha detto senza peli sulla lingua di essere stata contenta di essere in Olanda quando in Italia nel frattempo veniva affossato il ddl Zan, «perché in Olanda le persone si sentono più tranquille e sicure», mentre i sentimenti cambiano notevolmente se riguarda i video e le foto dell’estate in Italia appena trascorsa.

Grasso ha poi evidenziato gli aspetti che, spesso, fanno allontanare i giovani dalla politica, primo tra tutti quello di una classe politica che non parla direttamente e loro e, quando lo fa, dopo tradisce le loro aspettative: «I ragazzi vedono che la politica si disinteressa di loro e dunque si disinteressano». Questo, però, non vale per tutti e ha fatto l’esempio di Anna Zambon, consigliera comunale gallaratese in quota Pd.

Quando l’Italia sarà veramente un paese per giovani? Per lei tutto sta nel lasciare ai giovani la possibilità di esprimere la propria voce: «Siamo noi giovani a dover parlare di noi, devono lasciarci lo spazio e purtroppo molti politici parlano di noi senza lasciarci il microfono pensando che vogliamo portare via ad altri ma invece vogliamo dare tutto a tutti».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 12 Novembre 2021
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