Un amore malato
di Gianluca Fiore

Il sole sorge, lento, sui tetti di Milano. È giugno, non fa caldo e l’idea di passare con te una giornata al lago mi scalda dentro. Siamo già arrivati, è presto, lo so amore mio, ma non stavo nella pelle. Oggi compio sessant’anni, e voglio dedicarmi a te, solo a te. Sei il regalo più bello che mi potesse capitare. Quando eravamo ragazzini ti portavo – te lo ricordi? – in giro con la Vespa 50. Ogni posto era il nostro, ogni anfratto era buono per baciarci. E anche oggi c’è lo stesso entusiasmo, la stessa voglia. Stamattina la città ci prende per mano, ci spinge verso il lago. Ci abbraccia, come solo lei sa fare.
L’aria è frizzante, l’estate tarda a esplodere. Ho preparato tutto, la nostra tovaglia a quadretti blu, il termos con il vino freddo, i pomodori con il riso, no, non ti preoccupare le formiche non arriveranno. Vuoi che metta il balsamico nell’insalata? Ti ho preparato il tiramisù, lo so che ti piace.
Che meraviglia questa luce. Forse dovevamo portarci la crema solare, ma che importa. Godiamoci questo primo sole, dopo un inverno passato a casa. E non pensiamo che a noi…
Che fortuna avere incontrato la donna della mia vita così presto, mi ricordo i pianti degli amici per le delusioni amorose, per gli addii improvvisi. Invece con te, mai uno screzio, mai un litigio. Certo, ti avrei preferito più loquace, però va bene così – se penso a tutto quello che mi poteva succedere.
Prendo la chitarra e ti suono una canzone, ti va amore mio? La vuoi sentire, quella che suonavo sotto le tue finestre, d’estate? Mi piace pensare che le tenessi spalancate per me, che mi stessi aspettando, che la mia musica segnasse un momento della tua giornata, un nostro appuntamento. Su, dai, non ti intristire, lo so che sono passati tanti anni, ma noi siamo qui, amore mio, siamo ancora assieme, in riva al lago a imboccarci come facevamo da adolescenti. Non è bellissimo?
Scusami amore, ti posso aiutare? Mi sembra che tu sia un po’ giù di pressione. Me lo avevano detto, quelli di Amazon, che potevi avere qualche perdita, ma non ti preoccupare, ho qui il mio gonfietto e – oplà – sei più bella che mai. Già che ci sono, aumento un po’ la luminosità della lampada del salotto e metto a fuoco l’immagine del lago proiettata sulla parete. Così va meglio, amore? Ecco, siamo di nuovo io e te, da soli.
E anche se ci vietano di uscire, a noi che importa? Passerò il più bel compleanno della mia vita. Io, te, e il lago.
Mi dai un bacio, amore mio?
Racconto di Gianluca Fiore (www.ilcavedio.org)
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