Dal vivo, in streaming o sul metaverso. Ecco come alla Liuc si parla di “open learning”
L'evento organizzato dalla Business School dell'ateneo castellanzese ha portato i suoi speaker su ogni piattaforma possibile. Secchi: "Volevamo creare un'occasione di confronto e stimoli che andasse oltre l'evento tradizionale"
Si sono alternati su tre palchi nello stesso salone, quello all’interno dell’edficio dedicato alla lean production di Liuc, gli speaker che hanno preso parte oggi alla Un-Conference (una conferenza non convenzionale, ndr) organizzata dalla Business School dell’ateneo castellanzese dove i modi per partecipare erano addirittura, e per la prima volta, tre: in presenza, in live streaming oppure nel Metaverso (realtà virtuale).
Tra gli speakers che hanno preso parte con brevi talk di circa 15 minuti l’uno c’era Virginia Stagni, talent director per il Financial Times, prima italiana ad aver vinto il premio Europe Grand Prize Winner; il fisico Federico Benuzzi per il quale l’apprendimento oscilla tra giocoleria e intelligenze multiple; Jeffrey Schnapp, professore Ordinario a Stanford, fondatore e direttore del metaLAB (at) Harvard e co-direttore di Facoltà del Berkman Klein Center for Internet and Society presso l’Università di Harvard. E ancora: Ombretta Rausa, HR di Louboutin, Luca Lattuada, direttore Risorse Umane di Esselunga, Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione per il tema del rapporto con il territorio.
Conoscenza, curiosità, pensiero, cultura, territorio, sostenibilità, i temi degli speed talks della mattina. Storia, letteratura, scienza, cultura, management, tecnologia, quelli del pomeriggio, con altri speakers autorevoli e interessanti, a cominciare da Stefano Massini la cui Lehman Trilogy è stata tradotta in 15 lingue e rappresentata in tutto il mondo.
Per Raffaele Secchi, a capo della Business School, si è trattato di un esperimento con al centro il tema delle nuove modalità di apprendimento: «Volevamo creare un’occasione di confronto e stimoli che andasse oltre l’evento tradizionale. Abbiamo pensato ad un format non tradizionale sul tema dell’open learning che al mattino prevedesse questi talk molto veloci e poi al pomeriggio approfondisse, con i work cafè sia fisici che virtuali nel metaverso, per andare a contaminarci, a definire meglio il concetto di apprendimento aperto e aiutare aziende e partecipanti a capire di cosa si tratta e quanto è importante oggi».
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