Per la funivia di Monteviasco Pellicini propone l’intervento del settore pubblico
Il parlamentare di Fratelli d'Italia interviene anche il tema degli incentivi fiscali nella zona di confine “per non perdere continuamente manodopera in favore della vicina Svizzera“

Dopo le boutade dal sapore provocatorio legate alla proposta di annessione di Monteviasco, isolata frazione di Curiglia con Monteviasco, alla Svizzera e alle prime prese di posizione dei parlamentari del territorio fra cui Stefano Candiani, è di oggi anche l’intervento sul tema di Andrea Pellicini, deputato alla Camera appena eletto ma soprattutto profondo conoscitore delle questioni legate alla zona, essendo stato per due mandati sindaci di Luino. La proposta di Pellicini riguarda la necessità di dare subito attivazione alla funivia ponte di Piero-Monteviasco ferma da quattro anni e oggi teoricamente pronta a ripartire, se non fosse che non è ancora stato individuato il soggetto privato che la gestisca.
«Su Monteviasco Stefano Candiani ha assolutamente ragione e apprezzo la sua proposta di riunire i parlamentari del territorio per trovare una soluzione definiva che permetta al borgo di uscire dall’isolamento. Ritengo che, essendo economicamente non conveniente per un privato gestire la funivia, debbano essere le istituzioni pubbliche a farsene completamente carico. E non penso ovviamente al piccolo Comune di Curiglia, ma degli enti superiori. Stiamo parlando di una situazione quasi unica in Lombardia, di un paese non collegato alla rete viaria, di una preziosità culturale e turistica nel panorama delle nostre montagne. Non possiamo pensare che l’Italia non sia in grado di fare funzionare una piccola funivia», spiega Pellicini.
I lavori alla funivia, resi necessari per la messa in sicurezza dell’impianto dopo l’infortunio sul lavoro mortale avvenuto nel novembre di 4 anni fa, sono oramai completati da tempo anche dopo i corposi investimenti di Regione Lombardia.
«E concordo» conclude l’onorevole Andrea Pellicini, «che sulla proposta che i parlamentari, a prescindere dalla loro collocazione politica, collaborino anche per affrontare le gravi difficoltà in cui versa tutto il territorio del Luinese, dalla viabilità ai collegamenti ferroviari, dalla preoccupante desertificazione industriale al tema degli incentivi fiscali per non perdere continuamente manodopera in favore della vicina Svizzera. Ne ho già parlato anche con il Ministro Giorgetti che ha assicurato il suo personale sostegno. Insomma è necessario fare sistema costruendo un ‘fronte del nord della provincia di Varese’, capace di combattere le pulsioni attrattive verso Milano e la Svizzera».
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