“Dedichiamo il nuovo studentato dell’Insubria all’Ingegner Antonio Mazzoni”

A proporlo Fausto Bonoldi che spiega come l’edificio del City Hotel, in cui verrà realizzato lo studentato, sia stato progettato proprio dall'ingegnere varesino

varese - Fausto Bonoldi

Nel nuovo anno si aprirà nell’Hotel City, acquistato dall’Università degli studi dell’Insubria, lo studentato destinato a offrire un alloggio agli studenti fuori sede, al personale docente e tecnico amministrativo e ai rappresentanti degli enti con cui l’ateneo intrattiene rapporti istituzionali a fini didattici, di ricerca e di terza missione.

A me sembra l’occasione per onorare la memoria di un varesino d’adozione, uomo di scienza e di cultura, l’ingegner Antonino Mazzoni che l’edificio in cui si apre lo studentato progettò e che fu inaugurato il primo giorno di settembre del 1966. Il grande professionista ci ha lasciato il 21 gennaio del 2008 alla veneranda età di 103 anni.

Mazzoni era giunto a Varese nel 1927, al seguito del suo maestro, l’architetto Vittorio Ballio Morpurgo, con il quale collaborò nella stesura nel piano regolatore del 1929 destinato a rivoluzionare l’assetto urbanistico della città, dal 1927 capoluogo di provincia, con l’apertura della nuova piazza Monte Grappa, che Antonino Mazzoni avrebbe voluto diversa. Purtroppo per lui (e per noi), nel concorso del 1933 vinto dall’architetto romano Mario Loreti, dovette accontentarsi di salire sul podio, in compagnia di altri due grandi progettisti, Giulio Minoletti e Paolo Mezzanotte, vedendo però “bocciata” la sua proposta architettonica di allestire una nuova piazza moderna ma anche rispettosa della tradizione, con edifici di tre piani che non oscurassero la vista del Sacro Monte, un luogo amato da Antonino Mazzoni al punto che alla soglia dei cent’anni era ancora solito percorrere la Via Sacra che sale a Santa Maria del Monte. D’altronde la sua “filosofia architettonica” così diversa dal Novecentismo piacentiniano del Loreti, l’ingegner Mozzoni la espresse negli edifici che disegnò nel Ventennio e oltre, come il Palazzo Sciarini, all’angolo tra via Magatti e corso Moro, progettato con l’architetto Aldo Scala all’inizio degli Anni Trenta secondo i canoni del neoclassicismo milanese, e la Casa dei balilla di via Copelli, “disegnata” con il suo maestro Vittorio Ballio Morpurgo, ispirata all’architettura classica della Roma del Cinquecento.

varese - Fausto Bonoldi

Antonino Mazzoni progettò negli Anni Cinquanta, in uno stile prettamente razionalista, la sede del Consorzio agrario che si trova in via Magenta, in prossimità dell’angolo con via Piave. La sobria facciata, costruita in travertino, fu completata nel 1957. Un anno dopo la scomparsa dell’ingegnere, nel 2009, l’edificio fu sottoposto a un intervento di restauro conservativo e al tempo stesso innovativo curato dallo Studio Brusa Pasqué, mirante a fare della vecchia sede del Consorzio agrario, come disse all’epoca l’architetta Elena Brusa Pasqué, una sorta di vagone ferroviario, anche in omaggio alla passione che Antonino Mazzoni nutriva per treni e ferrovie. Una passione che si traduceva anche in ricerca professionale, come può testimoniare chi scrive che pubblicò sulla Prealpina il mirabile progetto, redatto dall’ingegnere, di una rete ferroviaria metropolitana dell’Insubria, che avrebbe dato una spinta notevole alla “transizione ecologica”.

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Pubblicato il 30 Dicembre 2022
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