I sopravvissuti
di Abramo Vane
Non me l’aspettavo, lo dico sinceramente, con tutta la sincerità che può esprimere uno che si definisce un bugiardo, non mi aspettavo questo silenzio nell’anno appena trascorso. Sull’argomento, sulle varie facili relazioni al presente, attendevo articoli, repliche, cineforum, dibattiti. Porca miseria, nel 1966 un tizio di nome Harry Harrison scrisse un romanzo, e vabbè, nessuno legge, la lettura è ristretta a una nicchia, ma nel 1973 uscì un film, e non con i nostri bravi Boldi e De Sica, ma roba hollywoodiana, che il mondo intero vide, Charlton Heston e via dicendo. Tanti pallini di pubblico e tanti di critica. I cinefili ricordano l’ultimo film di Edward G. Robinson, il 101°, morto dodici giorni dopo le riprese, senza che nessuno sapesse che era malato di cancro.
2022: I Sopravvisuti (Soylent Green).
Nel 2022, la Terra è irrimediabilmente inquinata e sovrappopolata, esiste solo l’estate, il cibo scarseggia, il suicidio è promosso e assistito. A New York vivono 40 milioni di persone, divise in rigide caste, i rari padroni, i servi privilegiati, i milioni di poveri che dormono per strada e in auto e mangiano le gallette fornite dallo stato. In seguito alle indagini per un omicidio di un dirigente di un’industria alimentare, un poliziotto e il suo aiutante vengono a conoscenza di un segreto terribile.
Ok, lo so. Il Circolo culturale Non mollare della Pieve di Compresseto e quello storico di Bassano del Grappa ne hanno dato rilievo. E altri ancora. Lo so. Non è questo il punto. Anche qui da noi, al bar Da Silvano, abbiamo reso onore. Tutti i giovedì sera, per un mese a fila, con il nostro Raniero, che da quando ha quindici anni guarda tre film al giorno, abbiamo visto, rivisto e commentato, e alla fine raccolto le opinioni di tutti. E siccome da queste parti i pensieri non sono omologati, in poco tempo ne è uscito un volume alto così.
L’Evasio ha subito proposto:
– Pubblichiamo, conosco un piccolo editore che con pochi soldi ci fa tutto, editing compreso.
– No! – il Beppe Colombo – Lo mandiamo a Mondadori o alla Feltrrinelli.
– Ma siete formattati? Non sapete come stanno le cose?
– intervento di Fabio Fabian.
– Gli unici ai quali può interessare sono quelli di Byoblu.
– E cos’è Byoblu?
– Vi assicuro che sull’epideminia e sulla guerra in Ucraina la pensano come noi.
– E con questo?
Silenzio, lungo.
Il cognato del Beppe Colombo fino a quel momento era stato in un angolo.
– Vi faccio una proposta. Ci lavoriamo ancora sopra, completiamo, correggiamo noi. E quando riteniamo il nostro lavoro perfetto lo bruciamo.
Breve silenzio.
– Io ci sto.
– Io ci sto.
– Io ci sto.
Racconto di Abramo Vane (www.ilcavedio.org)
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