La protesta degli studenti delle scuole serali di Varese per le aule fredde: “Non siamo studenti di serie B”

Gli studenti delle tre scuole con percorsi serali sono stati concentrati al Newton, un edificio molto grande servito da diversi impianti. La dirigente del Daverio Casula conferma le criticità della situazione

isis newton

Protestano gli studenti delle scuole serali di Varese. A causa dell’emergenza energetica, tutti gli iscritti alle sezioni dell’iter Daverio Casula, dell’Einaudi e dell’Is Newton sono stati concentrati nello stabile di via Zucchi. La scorsa sera, una parte di loro è uscita dall’aula per protestare contro il freddo e i caloriferi spenti.
Hanno telefonato ai rispettivi dirigenti e scritto una lettera alla Provincia, ente a cui compete la gestione delle scuole superiori.

” Al nostro arrivo i caloriferi erano completamente spenti. Dopo un’ora dalla nostra uscita in massa, quasi miracolosamente, sono ripartiti.
Ancora una volta, quest’ultimo gesto in particolare, ci fa pensare di essere l’ultima ruota del carro, studenti di serie B di cui ci si ricorda solamente quando si prova a farsi sentire: ah si, ci sono anche loro!
NON E’ GIUSTO!

Siamo studenti lavoratori, madri e padri di figli che priviamo di tempo per poter cercare di offrir loro un futuro migliore, a cui vogliamo dare un esempio da seguire.
Siamo persone che non hanno avuto la fortuna di completare gli studi ma che, con coraggio e volontà, vogliono riuscire nel loro intento: diplomarsi”.

L’atto dimostrativo di questi allievi arriva al termine di una serie di difficoltà che sono stati chiamati ad accettare. Ci scrive uno degli iscritti al corso dell’Itet Daverio Casula:

Quest’anno scolastico è partito con la notizia che, per situazione emergenziale data dal rincaro dell’energia, avremo fatto per tutto il corso BEN DUE GIORNI di didattica a distanza e tre in presenza.
Siamo rimasti perplessi: siamo in quinta superiore e preparare un esame di Stato a distanza non è per nulla facile, anzi direi molto difficile.

In più, come se non bastasse, ci hanno trasferito al “Newton” così da poter avere un miglior efficientamento energetico. 
Classi fatiscenti ma pur sempre aule alle quali ci siamo adattati.
Abbiamo accettato di buon grado l’accorpamento delle scuole e il fatto di esserci trasferiti all’istituto “Newton” dal “Daverio-Casula-Nervi”.
Abbiamo accettato (a malincuore) la didattica a distanza per ben due giorni a settimana, nonostante per noi fosse l’ultimo anno: sappiamo quanti danni porta con se questo metodo d’insegnamento (soprattutto in vista di un esame di Stato).
Abbiamo capito la situazione perché, come ci ha insegnato la nostra professoressa di Diritto 
ci ha sempre detto: ‘solamente con un forte senso di comunità si esce dalle situazioni difficili’.

Ci siamo rimboccati le maniche e siamo partiti, confidenti del fatto che la Provincia ci avrebbe supportato al meglio.
Se in altri periodi avremmo soprasseduto (si legga alla voce a.s 21/22 serale), OGGI NON LO FACCIAMO!».

La questione del riscaldamento non è una novità. Soprattutto al Newton, un edificio molto grande, riscaldato da diversi impianti in modo, però, complesso tanto che, a volte, i caloriferi dei corridoi sono caldi mentre quelli delle aule risultano spenti.

« Ho sentito gli studenti proprio ieri sera che si lamentavano da freddo – spiega la dirigente dell’iter Daverio CasulaNicoletta Pizzato – Ho chiamato il collega del Newton che era ancora nel suo ufficio e che mi ha confermato che la scuola era al freddo. Come dirigenti noi possiamo solo segnalare con tempestività all’azienda incaricata di monitorare l’andamento degli impianti. A volte capita che vadano in blocco e occorra riavviarli».

Quanto alla decisione di organizzare la settimana con due giorni di didattica a distanza la dirigente Pizzato precisa: « È tra le modalità previste per i corsi serali. È un’opportunità che va incontro alle esigenze di quanti sono studenti lavoratori, un modo di conciliare i diversi impegni. Si tratta di giorni in cui si fa solo lezione teorica mentre interrogazioni e verifiche vengono fatte in presenza».

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Pubblicato il 19 Gennaio 2023
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