A Buguggiate la transizione energetica è iniziata. Elmec presenta un progetto per una centrale termica a biomassa

Il nuovo impianto, bruciando cippato, produrrà energia da destinare al Data Center di Brunello. Molte le obiezioni poste dal pubblico presente

Buguggiate varie

Al Centro di aggregazione di via Trieste a Buguggiate sono andate in scena le prove della transizione energetica. L’occasione è stata la presentazione del progetto dell’azienda Elmec Informatica che vorrebbe costruire a Brunello nella ex sede della Linde, recentemente acquisita, una centrale termica a biomassa per alimentare il suo data center, unità fortemente energivora.
Un momento di confronto con la popolazione voluto dall’amministrazione comunale di Buguggiate rappresentata dal sindaco. Il nuovo impianto, infatti, nel caso verrà realizzato, andrà a impattare sugli abitanti dei paesi confinanti, tra cui c’è anche quello amministrato da Matteo Sambo. A illustrare il progetto per Elmec Informatica c’erano Vittorio Ballerio, proprietario e seconda generazione in azienda, e Sergio Bosetti il “super tecnico” che cura la logistica e tutti gli aspetti relativi all’impiantistica degli stabilimenti Elmec.

«Noi quando interveniamo facciamo le cose per bene, rispettando le leggi e l’ambiente» ha detto in apertura dell’incontro Ballerio, lasciando poi a Bosetti il compito di entrare nei dettagli del progetto del nuovo impianto.
Il data center di Brunello, tra i più grandi e all’avanguardia in Italia, funziona 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. In caso di mancanza di energia elettrica, per garantire il backup e il salvataggio dei dati, entrano in funzione dei generatori a gasolio ad altissima potenza, pari a quella dei motori usati sulle grandi navi.

Buguggiate varie
da sinistra, Vittorio Ballerio, Sergio Bosetti e Matteo Sambo

IL CIPPATO COME COMBUSTIBILE

«Siamo in una fase progettuale avanzata – ha detto Bosetti -. La centrale utilizzerà come combustibile il cippato, un materiale che viene dal taglio dei boschi, appositamente sminuzzato e poco più grande del pellet, che viene bruciato in una caldaia. Questo processo per generare energia, quando si producono meno di 0,2 megawatt, come nel caso del nostro impianto, viene giudicato dall’Unione Europea green e a basso rischio emissivo».

FILIERA CORTA
L’obiettivo di Elmec, che utilizza già abbondantemente il fotovoltaico e il geotermico in tutte le sue unità produttive, dislocate tra Gazzada Schianno e Brunello, è di essere autonoma dal punto di vista energetico. Tutto il processo, già ampiamente sperimentato in Austria, prevede l’impiego di cippato proveniente dai boschi locali e sarà previsto un approvvigionamento, cioè un camion carico di materiale combustibile, ogni tre giorni.
 «Questa caldaia – ha proseguito nella spiegazione Bosetti – abbatte drasticamente le emissioni di polveri sottili grazie alle temperature di combustione che superano i 1200 gradi. All’interno dell’impianto c’è dell’acqua trattata, per evitare la formazione di calcare, che trasformandosi in vapore acqueo aziona le turbine che a loro volta generano corrente. Il vapore è un fluido pulito che non inquina, a differenza dell’olio che invece viene usato nelle grandi centrali, e la poca acqua che lo genera è sempre la stessa».

UN IMPIANTO DI DIMENSIONI RIDOTTE

L’impianto è costituito da due piccole caldaie e Il camino per l’uscita dei fumi sarà alto sei metri per un diametro di trenta centimetri. Le dimensioni ridotte dell’impianto – una singola caldaia è grande quanto un container – consentono di controllare meglio l’intero processo e di intervenire con più efficacia in caso di bisogno. Il cippato sarà stoccato in un deposito chiuso che è dotato di un sistema di aerazione, per evitare la fermentazione dello stesso, non genera rumore e può resistere al fuoco per almeno due ore. Elmec si impegna inoltre a installare sul camino altri due filtri elettrostatici, non obbligatori e non previsti dalla legge, che permetteranno di ridurre ulteriormente le emissioni di particolato.

I TANTI DUBBI DEL PUBBLICO
Molte le obiezioni sollevate dal pubblico presente al Centro di aggregazione di Buguggiate, soprattutto per il destino di un’area, al Confine tra Gazzada, Brunello e Buguggiate, su cui gravano già le emissioni provenienti dal traffico autostradale e dalla presenza di tante aziende del vecchio manifatturiero, tra cui anche una fonderia.
«Questi due impianti a quante caldaie di una casa corrispondono?».
E ancora: «Chi ci garantisce, nel caso in cui Elmec venda l’azienda, che il nuovo proprietario manterrà le stesse caratteristiche dell’impianto? Chi eseguirà i controlli sulle emissioni? Il Comune si impegnerà a fare un monitoraggio? L’azienda garantirà piena trasparenza nella rendicontazione sui dati dell’impianto?».
Tutte domande piú che legittime e forse anche il segnale che nella testa dei cittadini la transizione energetica è già iniziata. Pur essendo quello di Elmec ancora un semplice progetto, c’è però una cosa importante da sapere: per le caratteristiche che ha l’impianto, l’azienda di Brunello per realizzarlo può accedere alla procedura semplificata stabilita da Regione Lombardia che consente la registrazione di nuovi impianti da parte delle autorità competenti sulla base di una serie minima di dati.

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 14 Marzo 2023
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