Comincia il processo per le firme sospette alle elezioni di Maccagno
Due gli imputati: ammesse le prove di accusa e difesa (tra cui molti testimoni), ma per il dibattimento si dovrà attendere a ottobre

Le sospette irregolarità legate ad alcune firme per l’emissione di tessere elettorali alle ultime elezioni di Maccagno con Pino e Veddasca è cominciato mercoledì mattina, primo marzo, aprendo la fase dibattimentale che tuttavia entrerà nel vivo nel mese di ottobre quando i testimoni di accusa e difesa, ammessi dal giudice, potranno spiegare quanto contestato ai due imputati che sono un presidente di seggio e un dipendente comunale; la vicenda per la quale è stato attivato il giudizio riguarda il fatto che sarebbero state firmate alcune richieste di duplicato di tessera elettorale per conto di elettori residenti all’estero, appunto con firme non autografe degli stessi eletori.
Nel processo non figurano soggetti costituitisi come parti offese e tantomeno come parti civili sebbene vi fosse la potenziale facoltà da parte del “corpo elettorale” del paese («ciascun elettore avrebbe potuto secondo la legge costituirsi in giudizio come parte offesa», a detta di uno dei due difensori, Paolo Bossi) di poter stare in giudizio.
Il caso, assieme ad altre considerazioni, venne sollevato nell’estate 2019 poche settimane dopo il voto dal gruppo di minoranza consiliare. In questa vicenda originariamente figuravano tre persone imputate ma la terza, un ex consigliere comunale, ha scelto la strada del rito abbreviato terminando il suo iter processuale dinanzi al giudice per udienza preliminare sempre di Varese che ha comminato una condanna a un anno e due mesi con pena sospesa e benefici di legge.
Ora si dovrà attendere il prossimo 18 ottobre per cominciare l’esame dei primi cinque testi chiamati a raccontare l’accaduto dal pubblico ministero, a cui si sommeranno successivamente quelli chiamati dalla difesa.
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