“Ho pagato 116 euro di abbonamento a Trenord per un servizio che peggiora di giorno in giorno”
La protesta di un pendolare che racconta i disagi provocati da due giorni di sciopero in cui sono "saltate" anche le fasce di garanzia

Gentile redazione,
Questa mattina ho pagato altri 116€ – abbonamento trasporto integrato regione Lombardia – per aiutare Trenord a pagare l’aumento dell’emolumento all’AD. A giugno erano 110€.
Sì, perché i miei soldi (come quelli di migliaia di pendolari), servono a questo! Il servizio non esiste, e come ben sapete, peggiora di giorno in giorno. Ho pagato altri 116€ perché sono una persona corretta. Sì.
Immagino siate a conoscenza della giornata di ieri per quanto riguarda i trasporti, siamo stati presi in giro per l’ennesima volta da un’azienda che esiste solo perché non c’è concorrenza sulle tratte.
Vado con ordine:
Ieri (30 novembre) c’era sciopero dei trasporti che sarebbe dovuto finire alle 17.00 perché alle 21.00 sarebbe iniziata un’altra giornata di sciopero fino alle 21 di oggi (1 dicembre).
Tra le 17.00 e le 21.00 è compresa la “famosa” fascia oraria di garanzia – 18.00/21.00 – che garantisce alle persone di tornare a casa dopo essere stati a guadagnarsi la pagnotta.
Una piccola fascia di garanzia che è obbligatoria e che porta un pendolare ad organizzare la propria giornata su quella piccola finestra di orario nella quale i dipendenti, nel caso specifico di Trenord, devono prestare servizio perché il trasporto è UN SERVIZIO PUBBLICO (pagato).
Tutto questo ieri non è successo, ieri abbiamo assistito alla totale presa in giro da parte di Trenord S.p.A. nei confronti di chi li tiene in piedi. Di chi paga.
Qualche convinto sindacalista ha deciso di aizzare gli animi dei dipendenti, soprattutto macchinisti e capitreno delle “ferrovie” e portarli allo sciopero selvaggio portando all’ esaurimento chi doveva tornare a casa. Prendere un aereo. Andare a lavorare.
Le scene di panico viste ieri in stazione Cadorna a Milano non si erano mai viste!
Treni fermi e spenti sui binari con il personale di terra che diceva di non sapere nulla, gente che urlava perché era disperata e non aveva modo di ricevere risposte serie dagli assistenti che lavoravano.
Per onestà, qualcuno educato ma molti saccenti supponenti e arroganti.
L’’intenzione è stata quella di creare fortissimi disagi anche in quelle ore (17.00-21.00) in cui lo sciopero non c’era ed unire le giornate di protesta portandole a 2 giorni continuativi.
Vergogna! A Trenord, che è un’azienda con seri problemi e continua a prendersi gioco di chi la mantiene in piedi. Non è capace di dare un servizio, dare spiegazioni e soprattutto – nel concreto – di dare un’alternativa di viaggio in un momento in cui i viaggi dovrebbero essere GARANTITI (ricordo gli aumenti di emolumento ed anche quelli degli abbonamenti).
Vergogna! Ai sindacati, chissà che anche i dirigenti di queste sigle sindacali una volta erano pendolari e subivano queste infamità. Sciopero sì, rispetto anche!
Vergogna! Al ministero dei trasporti che non è capace di trovare una soluzione alle motivazioni per cui scioperavano ieri: sicurezza soprattutto. Parliamo di sicurezza, la base di una società (Lombardia, “la locomotiva d’Europa”) nel 2023.
Tanto era dovuto, sono convinto questo è il pensiero di TUTTI i pendolari che pagano soldi a Trenord S.p.A.
Rinnovo il mio invito al direttore ad organizzare una tavola rotonda con pendolari e dirigenza Trenord.
Un saluto cordiale.
Dario Marcello
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