Niccolò… figlio di tutti noi

Una riflessione dopo il drammatico incidente della notte di Capodanno in cui un 17enne ha perso un occhio e una mano dopo l'esplosione di un fuoco d'artificio

Generico 01 Jan 2024

Sono giorni che cerco le parole su quanto accaduto. Ho volutamente evitato di leggere qualsiasi commento in merito, sapendo che avrei solo aumentato la pena e il dolore che oggi provo. Avrei probabilmente letto giudizi, retorica, frasi di circostanza, consigli non richiesti. Avrei sicuramente letto anche molta vicinanza. Ma ho scelto che le mie riflessioni fossero libere, nel bene o nel male.

Ho analizzato quanto accaduto da mamma, innanzitutto. Da insegnante. Da pedagogista. Ma anche, e non per ultimo, da figlia. Mettere al mondo un figlio credo sia il più grande atto di coraggio che un essere umano possa compiere.
Coraggio nel saperlo educare, coraggio nel saperlo proteggere, coraggio nel non poter fare nulla quando cade. Questo è essere genitori.

Diventare maestri di volo. Trasmettere il coraggio di vivere appieno la propria vita fornendo tutti gli strumenti che inevitabilmente ad ogni ragazzo serviranno quando cadrà e si farà male.
Cadrà? Sempre?
Si farà male? Sì.
Ne uscirà? Non sempre…

Questo è il coraggio di mettere al mondo un figlio. Guardarlo uscire di casa e augurargli di divertirsi, sentendo sempre e comunque quella stretta al cuore che ti impedisce di dormire fino a quando non senti che è rientrato. Solo quando diventi genitore capisci lo sguardo di tua madre e tuo padre quando uscivi la sera… quello sguardo che tanto ti infastidiva e che ora fa parte di te.

Quasi sempre rientrano sani e salvi… e quindi ti dici che sei stato un buon genitore, che hai fatto il tuo dovere, che tu sì che hai saputo crescere un bravo ragazzo…
Ma quando questo non accade? Quando il tuo telefono suona nel pieno della notte e la tua vita si ferma?
Allora tutto crolla. Tutte le certezze, tutti i sogni, tutte le speranze di veder finalmente veder compiuto quel volo che hai progettato per lui così a lungo. Crolla tutto.

Questo non è il fallimento di un genitore, questo non è il fallimento di un figlio… questa si chiama vita.
E la vita a volte è davvero una grande stronza.
È andata bene a tanti altri figli, è andata bene a tanti altri genitori. Non giudicate, vi prego. Non trasformate il dolore in banalità, in retorica, in palcoscenico.

Ringraziate di non aver ricevuto quella telefonata, e pregate di non riceverla mai.
Non perché siete migliori genitori o perché avete migliori ragazzi… ma semplicemente perché la vita con voi non si è distratta per quei pochi secondi che sono bastati per cambiare la vita di Niccolò, dei suoi genitori, della sua famiglia.
Niccolò… figlio di tutti noi.


La riflessione di Anna Gandini segue l’incidente di Capodanno a Malnate. Il ragazzo è ancora in ospedale e le sue condizioni sono stabili in attesa di esser risvegliato dopo esser stato sedato a causa dello scoppio di un fuoco d’artificio. 

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Pubblicato il 04 Gennaio 2024
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