Pro Patria addomesticata dal Mantova: Pitou prova a invertire l’ineluttabile
La capolista fa sua la partita (3-1) con due reti d'autore degli esterni offensivi, poi gestisce il match con un estenuante tiki-taka. Pitou accorciare le distanze e provoca a tempo scaduto un blackout nei virgiliani

Sul campo della prima della classe la Pro Patria è costretta ad alzare bandiera bianca per la seconda volta nel corso della settimana. Dopo la sconfitta casalinga con l’insegutrice Padova, al Danilo Martelli il Mantova riesce infatti a superare i tigrotti di Busto Arsizio in una partita a senso unico (3-1), almeno per quasi 80 minuti di gioco. (in copertina una foto d’archivio Roberta Corradin)
Ad aggirare il piano preparato da Riccardo Colombo, che con un mezzo turn over (Mangano in porta e prima da titolare per Curatolo) aveva dato ai suoi disposizioni attendiste per muovere la classifica e difendere il risultato dall’estenuante giro-palla virgiliano, ci hanno pensato i due esterni della capolista, Bragantini e Fiori, entrambi in gol un tiro a giro da fuori area semplicemente imparabile per Mangano: conclusioni, da destra quella al 11′ e da sinistra quella al 37′, che hanno di fatto “ammazzato” una partita già di per sé molto complicata ma non per questo impossibile, come dimostrato in Coppa Italia e all’andata.
Colombo ammette la sconfitta: “Il 2-0 ha cambiato il piano gara. Buona reazione nel finale”
Forti del doppio vantaggio prima dell’intervallo, la squadra di Possanzini ha poi gestito la palla ad oltranza fino al 69′, quando, con un’azione corale in pieno stile calcetto, il terzino Radaelli ha potuto appoggiare a rete la più semplice delle marcature dopo una splendida manovra iniziata spalle alla porta da Mensah.
A partita virtualmente conclusa, ma con ancora 20′ minuti da disputare, l’ingresso di Pitou provoca un corto circuito per i mantovani.
Il francese, minuto di spirito di rivalsa, vuole onorare il match fino al triplice fischio, trovando il gol della bandiera all’80’ (quarto stagionale) con un’azione solitaria e servendo i compagni negli ultimi 16 metri. Ma i tigrotti sono stremati dalla tanta corsa in fase di non possesso e quando la clessidra incomincia a svuotarsi molto velocemente non riescono a sfruttare le occasioni per riaccendere la partita.
Al triplice fischio vince la squadra più forte, che può accontentarsi di poco più di un’ora di gara prima staccare completamente la spina, essendo già proiettata al prossimo match e, forse, alla Serie B.
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