Le Acli invitano al corteo del 25 aprile a Gallarate. “Noi ci saremo”
Dopo la decisione dell'amministrazione di limitare la celebrazione solo nel piazzale del cimitero, anche le Acli chiedono di partecipare al corteo che raggiungerà il centro città

«Non prevedere più un corteo nel programma delle celebrazioni ufficiali significa disconoscere o sminuire la festa del 25 aprile». Lo dice il circolo gallaratese delle Acli, che invita a partecipare al corteo (organizzato da anni e autorizzato) previsto mercoledì dopo la cerimonia ufficiale davanti al cimitero.
Quest’anno il sindaco Andrea Cassani ha deciso di “tagliare” le celebrazioni del 25 aprile a Gallarate, con la commemorazione comunale limitata ad un momento che si terrà davanti al cimitero cittadino.
La decisione sta suscitando una reazione di diverse realtà che invece vogliono richiamare la centralità del 25 aprile come momento fondante della Repubblica.
La decisione sta suscitando una reazione di diverse realtà che invece vogliono richiamare la centralità del 25 aprile come momento fondante della Repubblica.
«Il 25 aprile 1945 è una data cruciale, segna la fine di un periodo buio» scrivono le Acli. «Celebrarlo è anche un’occasione per commemorare i tanti italiani che hanno combattuto e si sono sacrificati permettendo all’Italia di diventare una Repubblica democratica. È un giorno quindi per riaffermare i valori fondamentali come la libertà di espressione, la libertà di associazione e il diritto al voto (e di essere eletti)».
Le Acli – che con le loro bandiere sono sempre state presenti nel tempo – auspicano che la Festa della Liberazione «sia un momento di unità, in cui tutti si possano riunire per ricordare il passato e guardare al futuro con speranza, rinnovando il reciproco impegno per difendere la democrazia e per lottare contro ogni forma di intolleranza e discriminazione verso una società più giusta e solidale».
«Oltre alle celebrazioni ufficiali, il 25 aprile è vissuto praticamente ovunque con manifestazioni popolari, cortei, e iniziative dedicate alla memoria e alla sensibilizzazione. Perché è una festa di popolo. Non prevedere più un corteo nel programma delle celebrazioni ufficiali significa disconoscerla o sminuirla, e soprattutto se si è parte delle istituzioni democratiche ciò equivale a rivelare una scarsa considerazione e conoscenza di quello che sta alla base della nostra convivenza sociale e politica».
Dopo il “taglio del corteo” e la decisione di Anpi di confermarlo lo stesso (regolarmente comunicato alla questura), già ieri un appello alla partecipazione era arrivato dalla sezione gallaratese dell’Associazione Mazziniana.
La Mazziniana con Anpi era stata promotrice tra l’altro delle “pietre d’inciampo” a Gallarate (2022), in una fase in cui i rapporti con l’amministrazione comunale sembravano comunque positivi, dopo una prima fase che era stata seguita dall’avvocato Massimo Palazzi, allora assessore alla cultura, un civico nominato dal sindaco Cassani.
La Mazziniana con Anpi era stata promotrice tra l’altro delle “pietre d’inciampo” a Gallarate (2022), in una fase in cui i rapporti con l’amministrazione comunale sembravano comunque positivi, dopo una prima fase che era stata seguita dall’avvocato Massimo Palazzi, allora assessore alla cultura, un civico nominato dal sindaco Cassani.
Già nel 2023 il corteo era stato decurtato, ridotto solo al tratto fino a piazza Risorgimento, senza più il momento terminale dei discorsi in largo Camussi, davanti al monumento alla Resistenza. Quest’anno l’amministrazione ha deciso la cancellazione e il corteo rischiava di scomparire, ma a quanto pare comunque c’è in corso una mobilitazione per assicurare continuità.
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