Corteo “prolungato” a Gallarate, il sindaco contesta l’Anpi

La cerimonia si concludeva in piazza Risorgimento, ma un corposo pezzo di corteo ha proseguito, autorizzato, fino al Monumento alla Resistenza. Il ricordo delle diverse anime della lotta antifascista

25 aprile 2023 a Gallarate

Corteo partecipato e colorato a Gallarate, dove il “prolungamento” fino al Monumento alla Resistenza di largo Camussi è stato contestato nel suo discorso dal sindaco Andrea Cassani.

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La cerimonia è iniziata nel piazzale del cimitero, con gli interventi ufficiali di fronte a una folla composita, con i gonfaloni, le associazioni d’arma, i tricolori, le bandiere rosse della Cgil, quelle blu dell’Europa, quelle bianche di Acli e Auser, le bandiere rosse del Pci.

Proprio questo sono state prese come ‘casus belli’ dal sindaco: “Per anni ho digerito le bandiere del Pci che rappresentano il regime totalitario che ha fatto più morti” ha esordito, suscitando i primi borbottii di una parte della folla. “Già negli anni scorsi abbiamo garantito l’omaggio ai monumenti, a tutti è stato consentito di parlare.  Ora primo 25 aprile in cui il popolo ha scelto un governo di centrodestra tornano in auge le contestazioni”. Contestazioni aperte sono partite quando Cassani ha attaccato Anpi per la scelta di ‘prolungare’ il corteo da Piazza Risorgimento a Largo Camussi, tradizionale approdo delle celebrazioni davanti al monumento dedicato proprio alla Resistenza: “Non interessa quel che si fa o si dice, interessa solo far polemica”.

Il prolungamento del corteo era stato già anticipato da Anpi, comunicato anche alle autorità di pubblica sicurezza. Il presidente Anpi Michele Mascella ha voluto specificare che “fu lei stesso sindaco a esortarci a proseguire il corteo oltre la conclusione in piazza Risorgimento”, dopo che non si era trovato accordo nella riunione a metà marzo.

In ogni caso il corteo successivo – accompagnato dalla filarmonica di Verghera, in “staffetta” con il precedente intervento della banda di Crenna – è stato molto partecipato, fino alla conclusione davanti alle corone al Monumento della Resistenza di Arnaldo Pomodoro, che la città aveva voluto nel 1980, nel 35esimo del 25 aprile

L’oratrice ufficiale, Nicol Alejandra Lovazzano, ha voluto ricordare due figure storiche rappresentative della multiforme esperienza dell’antifascismo: da un lato Don Minzoni, “di cui ricorrono 100 anni della morte nell’agosto 1922” (ucciso dagli squadristi di Italo Balbo nel Ferrarese), dall’altro la garibaldina Ivonne Trebbi, “una delle ultime partitigiane che può far sentire la sua voce”. Lovazzano ha ricordato una sua frase: “La Resistenza è stato anche questo, solidarietà verso chi aveva bisogno”, la resistenza civile al di là dell’aspetto militare.

Ma Lovazzano ha anche attualizzato il messaggio citando “le studentesse afghane che difendono diritto all’istruzione e alla libertà” e “i giornalisti russi che per tutelare la libertà di stampa rischiano la vita”, con riferimento alle repressioni del regime della Russia di oggi.

Richiami ad anime diverse della Resistenza e anche a battaglie che attualizzano in modo diverso il messaggio di libertà e lotta per la giustizia. Anche nel corteo ci sono anime diverse, dagli europeisti del Movimento Federalista che richiamano la lotta contro Putin ai comunisti del PCI (che hanno reso omaggio al busto del socialista massimalista Francesco Buffoni), dagli internazionalisti radicali alla voce pacifista delle Acli.

Pomodoro e la Resistenza: il monumento che stupì Gallarate

Quel “pluralismo” di voci democratiche che è una delle ragioni della Costituzione antifascista, come ha ricordato la studentessa dei Licei intervenuta dal palco.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 25 Aprile 2023
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