Francesco Tomasella chiede di essere messo ai domiciliari al Circeo, “non voglio fare male a nessuno”
Imputato per violenza sessuale e atti persecutori, ha parlato in aula: “Voglio bene cristianamente alla mia ex compagna“. La donna interrogata in aula: “Non riuscivo ad uscire da un amore malato”
Gesticola, e anche parecchio, in parte nascosto dal paravento che lo separa dalla sua ex compagna, la quale ha completato martedì, dinanzi al collegio di Varese, l’esame: domande residue del pubblico ministero, poi delle altre parti. La donna è al banco dei testimoni, di fronte ai giudici. Francesco Tomasella (foto), leader della protesta contro la «dittatura sanitaria» ai tempi del Covid e poi figura di riferimento dei no vax varesini (e poi ancora candidato sindaco a Varese), è nella gabbia, agitato. Fissa il pubblico, tra cui figura qualcuno che lo conosce e lo sostiene con una certa discrezione; lui cerca di guardare oltre il paravento che lo separa da chi sta parlando. Deve difendersi da gravi accuse, reati pesanti come la violenza sessuale e gli atti persecutori, che la Procura (Pm Maria Claudia Contini) gli contesta.
L’ex compagna finisce la sua escussione, nella quale racconta di un «amore malato» con l’imputato, di «perdita di autostima», perché «io valevo meno di lui» (questa, naturalmente, la sua percezione), e di un cambiamento delle sue abitudini di vita, elemento che costituisce uno dei requisiti per il reato di stalking. Un esame così lungo da estendersi per ben due udienze. Ma non sarà l’ultimo: è già stata calendarizzata un’altra lunga giornata processuale per il mese prossimo, durante la quale verranno ascoltati i testi residui e, forse, anche le dichiarazioni dell’imputato, che ha scelto di sottoporsi a interrogatorio in aula.
Tomasella ha già anticipato alcuni contenuti delle sue dichiarazioni nell’udienza del 4 marzo, dopo che la sua legale, l’avvocata Ester Cantina, ha presentato un’istanza alla corte per trasformare la custodia cautelare in carcere, che dura ormai da dieci mesi, in arresti domiciliari. La proposta prevede che l’imputato venga trasferito in una casa sul promontorio laziale del Circeo, presso parenti a San Felice Circeo: un luogo lontano, dove non ci sarebbe possibilità di incontrare la vittima, e dove il braccialetto elettronico garantirebbe un controllo assoluto.
A pesare sulla decisione del collegio c’è però un precedente giudicato cautelare, ovvero la decisione di un giudice – in questo caso il GIP di Varese – che mesi fa ha già rigettato una richiesta di attenuazione della misura, così come successivamente ha fatto anche la Cassazione. Il collegio si è riservato la decisione.
Nel frattempo, Tomasella ha chiesto di prendere la parola. Ha parlato della sua condotta carceraria esemplare e di un suo ravvedimento rispetto agli errori commessi: «Non nutro nessun rancore nei confronti della parte offesa e, per quanto mi riguarda, la questione poteva concludersi già a gennaio 2024. Non le ho mai voluto male, anzi, le voglio bene cristianamente, e rinuncio sin d’ora, qualora fossi ritenuto innocente, a rivalermi su di lei».
La corte si è riservata. La prossima udienza è fissata per il 15 aprile.
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