Il Partito Comunista di Varese aderisce al comitato referendario: “Mobilitiamoci per il futuro”
L' 8 e 9 giugno 2025 si terranno i referendum: tra i temi in gioco, il recupero di diritti fondamentali per lavoratori e lavoratrici, la giustizia sociale e la riforma delle politiche migratorie

Il Partito Comunista Italiano della federazione di Varese aderisce al Comitato referendario per i 5 sì ai referendum su lavoro e cittadinanza. Queste le motivazioni
Ai referendum del 08-09/06/2025 mobilitiamoci per raggiungere il quorum e far vincere il sì!! Diamo una svolta al paese, restituiamo la giusta dignità a lavoratrici e lavoratori. Per ricostruire l’unità trascurata. Per ribadire la necessità di costruire un progetto di cambiamento radicale del sistema!! Di fronte ad un attacco brutale contro chi lavora, un attacco che utilizza le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale come forma di ricatto e oppressione, noi tutti dobbiamo essere in grado di costruire un fronte ampio, il più unitario possibile, che affermi una cosa ben precisa: le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, la robotica, l’informatica e quant’altro sono strumenti di lavoro, sono un bene che deve diventare un patrimonio collettivo. Le lavoratrici e i lavoratori devono assumere un ruolo di protagonisti dello sviluppo del paese! Non possono essere trasformati in sudditi rassegnati da chi li vuole sfruttare per ricavare solo profitto e potere personale. Facciamo appello alle organizzazioni politiche di classe di lasciare da parte tutte le divisioni anche teoriche che ci possono essere. La posta in gioco è il futuro di tutti noi.
Il primo quesito permetterà di riconquistare l’Articolo 18 e con esso il diritto per i lavoratori e le lavoratrici a rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Già oggi sono oltre 3 milioni e mezzo, e aumenteranno nei prossimi anni, coloro che non hanno le tutele per i licenziamenti illegittimi.
Il secondo permetterà di cancellare il tetto massimo di 6 mensilità di risarcimento nei licenziamenti illegittimi nelle imprese con meno di 16 dipendenti, affinché sia la/il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. Si tratta di un aumento di diritti per circa 3 milioni e 700mila persone.
Il terzo quesito propone di ripristinare l’obbligo delle causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato, permettendo a circa 2 milioni e 300 mila persone con contratti a termine di avere un rapporto più stabile.
Il quarto interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro e quasi a 1000 i morti. Con il sì permetteremo di estendere la responsabilità all’impresa appaltante in caso di infortunio negli appalti.
Il quinto referendum abrogativo propone di dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Il referendum sulla cittadinanza italiana non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano.
Siamo convinti che la costituzione del Comitato referendario sia il primo passo di una nuova stagione di diritti.
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