Lo strano caso delle dieci Madonne rubate nel cimitero di Arcisate
Statue religiose in bronzo asportate in serie nella notte fra lunedì e martedì. I residenti denunciano: chi è stato?

Esiste un “serial thief” di statue religiose in Valceresio? Oppure, molto più prosaicamente, le dieci sculture – per la maggior parte raffiguranti Vergini, dunque figure iconiche per la religione cristiana – sono già finite in una “colata”, dove con l’impennata delle commodities tutto fa brodo, anche un metallo fino a pochi anni fa considerato poco nobile, come il bronzo?
Un piccolo giallo è finito sul tavolo della Stazione dei Carabinieri di Arcisate con l’arrivo dei primi residenti, in processione, per mettere nero su bianco la denuncia per furto. Storie di statue rubate, il cui valore non è solo quello del metallo asportato, ma anche della manodopera artigiana impiegata per realizzarle, dal momento che nel cimitero di Brenno Useria, frazione di Arcisate, sono numerose le opere posizionate sulle tombe.
Poi c’è il fattore umano, o meglio affettivo. C’è chi, come il signor A. – uno dei querelanti – ha visto, in un colpo solo, sparire due statue: una Madonna di circa un metro e sessanta dalla tomba della moglie e dei nonni, e una seconda, più piccola, alta una cinquantina di centimetri, rubata dalla tomba della zia, anch’essa raffigurante la Vergine.
La zona cimiteriale si trova vicino al bosco, quindi probabilmente defilata da occhi indiscreti. Il camposanto, infatti, non è dotato di telecamere: non è dunque possibile avere riscontri tecnico-oggettivi utili alle indagini, come l’orario del furto o l’identità dei ladri.
A., come altri derubati, è stato avvisato da un conoscente (una amica, nel suo caso) nel corso della giornata. Poi il sopralluogo, e infine la denuncia. Il caso è aperto.
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