Tagli alla primaria Macchi di Somma Lombardo: in classe 27 bambini
Ci sono 54 iscritti alla prima elementare, ma le classi vengono ridotte da tre a due. Un nuovo caso derivante dal taglio del personale

Ancora una mobilitazione dei genitori nelle scuole del Varesotto, dopo i tagli di classi, conseguenze delle riduzioni di organico decise dal Ministero dell’Istruzione e del Merito: il nuovo caso riguarda la primaria delle scuole Macchi di Somma Lombardo, dove è prevista la riduzione da tre a due classi.
«Al momento sono pervenute 54 iscrizioni per le prime entranti, il provveditorato ha deciso di formare solo due classi nonostante siano uscite tre quinte» dice uno dei genitori. «Tra questi bambini ci sono due disabili gravi, più altre diagnosi già certificate e altre che sicuramente arriveranno in corso d’ anno, da aggiungere all’elevato numero di bambini stranieri».
Se si fa un calcolo lineare, con 54 bambini e due soli classi, ogni classe sarà in media composta da 27 alunni. Un numero molto elevato e anche non in linea con la normativa, denunciano (qui come altrove) i genitori: «Per legge, con un disabile grave le classi possono essere formate, al massimo, da 22 bambini e qui siamo ampiamente fuori numero».
Davanti alla scuola sono comparsi striscioni di protesta, che alludono anche alle “classi pollaio”.
I genitori hanno scritto anche al “provveditore” dell’Ufficio Scolastico Territoriale, per portare le loro ragioni: «Richiamiamo l’attenzione sull’importanza di garantire un ambiente di apprendimento inclusivo e di supporto per tutti gli alunni, come previsto dalle norme ministeriali. Pertanto, chiediamo che l’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese riconsideri la decisione di formare due classi e valuti la possibilità di formare più classi per garantire un numero di alunni più contenuto e una maggiore attenzione individualizzata per ciascun bambino».

Sul territorio di Somma aveva già fatto discutere la chiusura annunciata dell’unica classe della Scuola dell’Infanzia della frazione Maddalena, che avrebbe significato la chiusura dell’ultimo presidio educativo del piccolo centro verso la valle del Ticino. In questo caso i genitori – affiancati anche dal sindaco Stefano Bellaria – hanno poi ottenuto un passo indietro dall’Ufficio Scolastico.
Crisi demografica e tagli decisi a Roma
Più in generale la chiusura di classi e le proteste rappresentano una dinamica che si sta presentando in varie località, ad esempio a Varese, Brinzio, Casorate Sempione o Busto, per citare i casi più recenti. Da un lato c’è una parziale riduzione delle numero di bambini, soprattutto per i nati post-Covid, quelli che frequentano ora le scuole dell’infanzia. Dall’altro però c’è anche una programmazione di tagli decisa a monte (i numeri diffusi dai sindacati pochi mesi fa erano di 5660 insegnanti in meno, oltre a di 2740 assistenti tecnico amministrativi) e c’è anche una serie di accorpamenti tra istituti comprensivi.
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