Cinquecento messaggi in pochi giorni: a giudizio a Varese per stalking
A settembre il processo. Le indagini hanno raccolto una fittissima pioggia di gravissime offese e minacce fatte veicolare su watsapp

Cosa accade nella testa di una persona che vede allontanarsi da sé un affetto che se ne va? Difficile capire come il fatto verrà preso, la reazione varia a seconda di formazione personale, educazione, equilibrio, esperienza; alla fine però accade che sia l’emotività ad entrare in gioco, e dunque risulta impossibile stabilire se il fatto verrà preso con buon senso, o meno.
In quest’ultimo caso può avvenire che si apra, addirittura si rompa in maniera violenta il Vaso di Pandora, quel leggendario contenitore che secondo gli antichi Greci custodiva i mali del mondo. E qui ne succede di ogni, come l’impazzimento emotivo che porta a spedire 500 e più messaggi nel giro di pochi giorni su whatsapp dal tenore più che offensivo: dileggio totale, offese, minacce. In continuo, martellanti, senza lasciare sosta. Una fraseologia – sempre che la nobiltà del termine non lo faccia passare per eufemismo in un simile caso – nella quale traspaiono acredini non solo verso la ex, ma anche nei riguardi di una nota associazione attiva nei campi del volontariato e della legalità nella figura del suo presidente e del vice.
Un misto di risentimento affettivo che è virato nel profluvio di messaggi sfociati anche sulle offese gratuite al lavoro di chi si occupa degli altri. Comportamenti finiti sulla carta bollata della denuncia che non si è fermata, trasformandosi così nella base di un atto di accusa reputato credibile dalla Procura prima, e dal giudice per l’udienza preliminare poi che ha rinviato a giudizio l’ormai imputato, un uomo di 63 anni, incensurato che dovrà difendersi dal pesante reato di atti persecutori, lo stalking che si sarebbe concertato nel lungo capo d’imputazione compilato in pagine e pagine di offese e contumelie che contengono la messaggistica inviata nel suo complesso, appunto oltre 500 messaggi in un arco di tempo piuttosto limitato – pochi giorni – nel maggio 2024.
Difeso dall’avvocato Oskar Canzoneri, l’uomo (naturalmente innocente sino a prova contraria) comparirà di fronte al giudice verso la metà di settembre.
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