Ferrara (M5S): “Costituzione sotto scacco, Parlamento chiuso: per Meloni un weekend elettorale vale più della democrazia”
Il deputato varesino critica il governo di sospendere i lavori parlamentari per motivi elettorali, ignorando temi fondamentali come la giustizia costituzionale

“Questa settimana il Parlamento ha tirato giù la saracinesca, non per un evento storico o per un’emergenza nazionale, ma per un semplice week-end elettorale in alcune regioni“, ha detto Antonio Ferrara, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Attività Produttive della Camera.
“Le commissioni parlamentari sono state sconvocate, i lavori sospesi: come dire, prima la campagna, poi – forse – la Costituzione” ha proseguito Ferrara, riferendosi alla decisione di sospendere i lavori per la campagna elettorale, accusando il governo di aver messo da parte questioni cruciali.
Ferrara ha poi sottolineato la gravità della riforma in discussione, definendola un tentativo di “trattare una legge costituzionale sulla giustizia come una pratica qualsiasi, da riprendere dopo i comizi”. “Ormai il messaggio è chiaro: ‘Vi abbiamo fatto parlare in Aula, adesso basta, la decisione la prendiamo noi'”, ha aggiunto.
“Non parliamo di una norma tecnica – ha continuato Ferrara – ma di una riforma che cambia l’assetto della giustizia e l’indipendenza della magistratura, spezzando l’unità della giurisdizione e aprendo la strada a un controllo politico dei pubblici ministeri. Non accelera i processi, non porta trasparenza, non aiuta i cittadini. È solo il tentativo di consegnare ancora più potere a chi già governa”.
Nel frattempo, Ferrara ha fatto riferimento anche alla situazione della provincia di Varese, che secondo lui rimane priva di risposte concrete su temi cruciali come lavoro, servizi e sostegno alle imprese. “Perché quando la priorità diventa fare campagna, tutto il resto viene messo in coda… come in un ufficio chiuso per ferie”, ha osservato.
“Dopo la seconda lettura – ha concluso – la parola passerà ai cittadini attraverso un referendum costituzionale. E lì non basterà chiudere il Parlamento: saranno le persone, nelle piazze e fuori dai palazzi, a smascherare gli inganni, a capire chi ha difeso la Costituzione e chi l’ha usata come uno slogan. E sarà la gente a dire, con il voto, che la giustizia appartiene ai cittadini, non ai potenti“.
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