Un’azienda su due risulta irregolare a seguito dei controlli dell’ispettorato del lavoro di Varese
Il direttore Alberto Gardina a VareseNews: “La nostra missione è tutelare i lavoratori e garantire la legalità. Nel 2025 già 543 ispezioni e 64 sospensioni di attività”
«Se continua così chiamo l’Ispettorato del lavoro». Un’espressione che spesso si sente nei bar o nelle chiacchiere quotidiane, ma che pochi sanno tradurre in realtà addentrandosi cioè nel comprendere le dinamiche. E dunque per capire davvero come funziona questo ente e quale sia il suo ruolo concreto sul territorio, la redazione di VareseNews ha incontrato Alberto Gardina, direttore dell’Ispettorato del lavoro di Varese, nella sede di via San Vito Silvestro.
GLI ISPETTORI
L’ente, attivo dal 2017 e nato come “costola” del Jobs Act, oggi conta 17 ispettori, tre tecnici e quattro carabinieri del Nucleo tutela lavoro, per un totale di 24 unità. «L’ispezione si svolge sempre in coppia – spiega Gardina – e può nascere da direttive ministeriali, segnalazioni sindacali, denunce di lavoratori o input degli enti locali. La mancata collaborazione dei datori di lavoro non impedisce l’accertamento: al massimo ne allunga i tempi».
L’ATTIVITA‘
Il cuore dell’attività riguarda dal contrasto al lavoro nero, ai rapporti “in grigio” (part-time dichiarati ma di fatto a tempo pieno), al mancato pagamento delle retribuzioni e alle pratiche di interposizione illecita di manodopera. Ma non manca il fronte caldo della sicurezza: cantieri edili, piccole imprese e attività frammentate restano gli ambiti più critici. «Un’azienda su due presenta irregolarità – sottolinea il direttore – un dato che sale ulteriormente se guardiamo solo alla salute e sicurezza».
LA COLLABORAZIONE CON GLI ALTRI ATTORI
Fondamentale è anche la collaborazione con Inps, Inail, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, oltre che con i comuni e le polizie locali: «La segnalazione di un’attività sospetta sul territorio può essere il punto di partenza per un’ispezione», osserva Gardina.
I RISULTATI DELL’ATTIVITA’: I DATI
I dati più recenti parlano chiaro: dal 1° gennaio al 31 agosto 2025 sono state effettuate 543 ispezioni, di cui 413 su rapporti di lavoro, 108 su salute e sicurezza e 21 su aziende di autotrasporto. Le violazioni riscontrate hanno riguardato 8.879 lavoratori, con irregolarità nel 51% dei casi. Gli importi contestati ammontano a oltre 846 milioni di euro. Sono state disposte 64 sospensioni di attività, dovute a gravi carenze di sicurezza o alla presenza di oltre il 10% di lavoratori in nero.
«Il nostro obiettivo – conclude Gardina – non è solo sanzionare, ma far crescere la cultura della legalità, perché un mercato del lavoro sano tutela i lavoratori e sostiene le imprese che rispettano le regole».
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