Con “Mamma piange” i Timetravelers raccontano il prezzo del sogno musicale
Totò e Hybris tornano con un brano che unisce boom bap, malinconia e autenticità
Polvere del deserto, malinconia e verità: ecco cosa hanno trovato i Timetravelers dopo il loro nuovo viaggio nel tempo, sempre dettato da ritmi e barre musicali. Con Mamma Piange – singolo disponibile da venerdì 8 ottobre – i rapper Totò e Hybris, nomi d’arte di due fratelli di Marchirolo uniti dalla stessa ostinazione per la ricerca del suono della golden age, tornano con un brano che attraversa i confini dello spazio-tempo e li catapulta in Messico, per guardare negli occhi la parte più fragile e autentica del sogno musicale.
Il brano nasce da un’idea che il duo aveva già portato dal vivo, oggi trasformata in una versione studio arricchita dal sassofono di Mattia Primon, presenza costante tanto sul palco quanto in studio di registrazione. La produzione è firmata da Totó (Sodopebeats) e Matteo Sammarchi (2somebeats), con mix e mastering di Emanuele Noce (Promo L’Inverso), con cui i Timetravelers hanno già collaborato in passato con il brano Quelli che benpensano e condiviso lo scorso settembre il palco di San Fermo al Rock the Jungle, ospiti on stage di Don Pexo e Habanero.
L’atmosfera di Mamma piange ha il respiro di un film sbiadito degli anni ’90, con il sample di “Return of the Trees” a evocare la stagione hip-hop a cui il duo è maggiormente legata e che rielabora con la consapevolezza dei giorni nostri. I Timetravelers la riscoprono come un messaggio dal passato, un richiamo che diventa materia viva per raccontare la loro storia («aprivo agli OTR avevo solo 16 anni, nei locali e nelle jam a cacciare un po’ di rap // In locali sconosciuti per due birre gratis, nel parcheggio, dietro al back per tirare su contanti»).
Il testo è un ritratto di chi vive la musica come unica via possibile. Madri che aspettano sveglie, serate che finiscono troppo tardi, sogni che non si spengono anche quando fanno male: «Fa parte della nostra storia – raccontano Totò e Hybris -. Parla di sacrifici, di serate nei locali, di chi cresce inseguendo un sogno e di chi teme di perderlo. Ma anche del dolore e dell’amore di una madre che guarda i propri figli rincorrere qualcosa di incerto ma pur sempre vero, qualcosa che li fa sentire vivi».
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