Fa una passeggiata nei boschi di Varese, ma trova l’amianto
La scoperta mercoledì 24 febbraio lungo via Tolmino. Il ritrovamento è stato segnalato ai carabinieri forestali
Brutta sorpresa durante una passeggiata nei boschi di Varese. Mercoledì 24 febbraio una persona ha ritrovato un cumulo di pannelli di materiale edile abbandonati lungo via Tolmino. Un’occhiata è bastata per far sorgere il forte sospetto che si trattasse di lastre di amianto: nota sostanza nociva ormai vietata in molti Paesi.
A far sapere del ritrovamento è stato Marco Mondini, attraverso la pagina Facebook di Enduro Varese. «Non appena questa persona mi ha inviato le foto delle lastre – racconta Marco -, ho subito consigliato di denunciare l’abbandono di materiale direttamente alle autorità. Dopo alcuni giorni mi ha ricontattato per rassicurarmi di aver segnalato l’evento ai carabinieri forestali».
«Sono contento – aggiunge Marco Mondini – che anche persone fuori dal mondo dell’enduro mi contattino per segnalare il degrado nei boschi. Significa che dopo mesi di impegno e tante iniziative di pulizia Enduro Varese ha cominciato a essere un punto di riferimento per chi vuole aiutare a prendersi cura del proprio territorio».
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Deprecabile episodio, ma tipicamente all’italiana si è trattato l’amianto come il plutonio, complicato lo smaltimento di grandi quantità, e reso difficile lo smaltimento di piccole. Non si prende un tumore solo toccandolo, l’esposizione alle fibre (estremamente frammentate) deve avvenire per un tempo più o meno prolungato. Ragionevole il fatto che per grosse rimozioni ci vogliano regole precise, tutto sommato una precauzione dovuta, ma andare a vedere le regole per la consegna di piccole quantità e mettiate in conto di avere una o più semplici lastre, magari una sola, se andare sulla pagina coinger scoprire di dover farvi fare un preventivo da una ditta autorizzata (con tutte le implicazioni del caso), si complica l’estremamente semplice, dovrebbe essere “vengo paghi e la porto via”, ma come sappiamo la burocrazia uccide la semplicità. Sono convinto che l’amianto sia relegato a disintegrarsi in fibre un pò avunque, proprio per colpa di queste pratiche fatte con buone intenzioni ma con una visione pratica miope.
In questo modo i piccoli quantitivi rimarrano a deteriorarsi sul territorio un pò ovunque. La quantità nella foto infatti, se il materiale inquadrato è tutto, corrisponde più o meno a quello che le pratiche di consegna di molte ditte che trattano rifiuti definiscono piccola quantità.
Questa è la prova che la burocratizzazione del ritiro non funziona e incentiva l’inquinamento. I cittadini dovrebbero solo segnalare e pagare il giusto per il ritiro (con le dovute precauzioni non siamo ingenui), e non produrre carta e inutile, ma qui più che cittadini siamo servi di una burocrazia fine a sè stessa. Al posto dei bonus monopattini o altri inutili prebende ai cittadini è questo il genere di cose andrebbe incentivato e premiato, ma come sappiamo i “verdi” fioriscono solo sotto elezioni.